La visita fiscale Inps rappresenta uno strumento fondamentale per i datori di lavoro, sia nel settore pubblico che privato, per verificare lo stato di salute dei dipendenti assenti per malattia. Questi controlli fiscali garantiscono la corretta applicazione delle normative sulle assenze e svolgono un ruolo cruciale nella gestione delle risorse umane. La presenza e la reperibilità durante queste visite sono obbligatorie per i lavoratori durante tutto il periodo di malattia, inclusi i giorni festivi.
Visita fiscale Inps 2024: orari di reperibilità
Gli orari in cui i dipendenti devono essere reperibili per le visite fiscali variano in base al settore di appartenenza. Per il 2023, gli orari restano invariati rispetto all’anno precedente:
- Per i dipendenti statali e degli enti locali: mattina dalle 9:00 alle 13:00; pomeriggio dalle 15:00 alle 18:00.
- Per i lavoratori del settore privato: mattina dalle 10:00 alle 12:00; pomeriggio dalle 17:00 alle 19:00.
Questa differenziazione ha generato controversie legali, con un contenzioso ancora in corso, ma per ora gli orari rimangono confermati come sopra.
Cosa bisogna fare durante la reperibilità fiscale
I lavoratori devono assicurarsi di essere presenti all’indirizzo specificato durante gli orari di reperibilità. È possibile che le visite fiscali siano ripetute nel corso della stessa giornata o durante il periodo di malattia. In caso di assenza ingiustificata, il lavoratore potrebbe affrontare conseguenze sia economiche che disciplinari.
Visita fiscale Inps 2024: comunicazione delle assenze e casi di esonero
Per i lavoratori, è fondamentale comunicare eventuali assenze o motivi validi di non reperibilità, come appuntamenti medici urgenti o condizioni di salute che richiedono terapie salvavita. In alcuni casi, la legge prevede l’esonero dalla reperibilità per condizioni gravi o per chi ha una invalidità riconosciuta superiore al 67%.
Assenza ingiustificata alla visita fiscale Inps 2024: conseguenze e sanzioni
Le disposizioni legislative, come il decreto di riforma della pubblica amministrazione del 2017, stabiliscono le procedure per la comunicazione delle assenze dovute a malattia. I lavoratori sono tenuti a informare il datore di lavoro su eventuali spostamenti per motivi sanitari, e quest’ultimo deve a sua volta notificare l’Inps.
In caso di mancata giustificazione valida per un’assenza durante una visita fiscale, il lavoratore può subire penalizzazioni economiche dall’Inps e potenziali sanzioni disciplinari dal datore di lavoro, incluse le dimissioni per giusta causa.
Come richiedere la visita fiscale
Il Decreto legislativo n. 75 del 2017, conosciuto come Riforma Madia, ha istituito il Polo unico VMC all’Inps, centralizzando le visite fiscali su scala nazionale per tutti i lavoratori, sia pubblici che privati. Prima di questa riforma, le visite fiscali dei dipendenti pubblici erano gestite dall’Inps, mentre quelle dei privati dalle commissioni sanitarie locali. Dal 25 marzo 2019, anche il personale delle Forze Armate e dei Corpi armati dello Stato rientra in questa normativa.
I datori di lavoro, sia privati che pubblici, possono ora richiedere visite fiscali tramite un’applicazione web dell’Inps, necessitando di specifiche credenziali di accesso e abilitazione. Il processo richiede la presentazione di moduli di richiesta individuali e collettivi. Questo sistema consente anche di monitorare lo stato delle richieste e degli accertamenti medico-legali.
La sentenza del Tar
Tuttavia, una recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, datata 3 novembre 2023, ha rivelato una mancanza di armonizzazione tra i settori pubblico e privato riguardo alle fasce orarie di reperibilità per le visite fiscali, stabilite dal Decreto Ministeriale n. 206 del 17 ottobre 2017. Queste fasce orarie, più estese nel settore pubblico (9-13 e 15-18) rispetto al privato (10-12 e 17-19), hanno creato una disparità di trattamento giudicata incostituzionale perché violano il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione.
Di conseguenza, il TAR ha annullato parzialmente il decreto, sottolineando la necessità di un allineamento delle normative tra i due settori. Allineamento che per il momento non c’è ancora.