La passione per le corse automobilistiche associata alla genialità. Gian Carlo Minardi è stato un visionario, capace di superare qualunque ostacolo, anche quelli che sembravano insormontabili, pur di raggiungere il suo obiettivo. Figlio di Giovanni, gestore della più antica concessionaria FIAT, si diletta prima come pilota e poi mette su la sua scuderia. Nel 1980 crea il Minardi Team e nel 1985, dopo anni di Formula 2, nel 1985 compie il salto in Formula 1, debuttando nel Gran Premio del Brasile. Una vita dedicata ai motori, per commentare la stagione di Formula 1, e della Ferrari, Minardi, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Formula 1, il bilancio sulla Ferrari: Minardi a Tag24
La stagione di Formula 1 è appena terminata e adesso è tempo di studi, progettazione e bilanci. Una stagione praticamente senza storia, dominata dall’inizio alla fine dalla Red Bull di Verstappen, campione del mondo per il terzo anno di fila. Un talento, questo è indiscutibile, ma anche una macchina troppo più forte rispetto alle altre. In casa Ferrari c’è tanto da fare. Leclerc e Sainz hanno sbagliato sicuramente qualcosa nel corso dell’anno, ma l’auto è debole e le strategie spesso sbagliate. Per commentare la stagione di Formula 1, e della Ferrari, Minardi, imprenditore e fondatore del Team Minardi, che ha partecipato al campionato del mondo dal 1985 al 2005, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La stagione è appena terminata, le cose sono andate come aveva previsto all’inizio dell’anno?
“Dopo la prima gara, e le prove libere del Bahrain, si era già vista la supremazia della Red Bull e di Verstappen. Questa cosa si è confermata nell’arco di ogni Gran Premio. Un pilota incredibile che ha battuto ogni record. Nella parte finale dell’anno invece, nelle ultime due o tre gare, si è cominciato a vedere qualcosa di diverso soprattutto nel divario tra la Ferrari e gli altri. Questa è l’unica cosa positiva per il futuro, anche se la casa di Maranello continuerà a lavorare con gli stessi uomini che hanno fatto la macchina quest’anno. Non so cosa aspettarmi dal futuro, ma speriamo che abbiano capito dov’è il problema, soprattutto in gara. Leclerc in qualifica ci ha fatto vedere le sue qualità e ha dimostrato che nel giro secco la Ferrari si può difendere, ma in una gara no. Incrociamo le dita e vediamo cosa ci porterà il 2024″.
Una stagione in cui troppo spesso si è sbagliata anche la strategia, in casa Ferrari?
“La strategia fa parte del gioco di squadra, di una squadra che da anni non trova continuità. Gli errori li hanno fatti tutti, meccanici, squadra e piloti. È stato un anno difficile non possiamo far altro che sperare che dagli errori fatti si possano tratte conclusioni per fare meglio in futuro. Il divario è molto ampio e ad oggi facciamo fatica a capire realmente qual è il potenziale di Verstappen. È evidente che ha una supremazia totale, ma mai dire mai. La Formula 1 è uno sport particolare che ci ha fatto vedere anche in passato cambiamenti repentini di qualità e competitività“.
Il rischio è che Vertsappen possa continuare a correre da solo?
“Questo è un rischio che in Formula 1 c’è sempre. Anche noi abbiamo vissuto cicli vincenti: c’è stato quello della Ferrari e quello della McLaren. Speriamo che prima o poi possa riaprirsi un periodo simile anche per la rossa”.
Sul talento di Sainz e Leclerc non ci sono dubbi?
“La Ferrari ha due ottimi piloti. Leclerc soprattutto in qualifica ha dimostrato di saper ottenere risultati importanti. Ci ha sempre messo del suo e lo dimostrano le pole position che ha fatto. Per quel che riguarda Sainz invece, a parte l’ultima gara in cui è stato disastroso, credo sia un pilota corretto e da Ferrari. In questo momento però a Maranello non sono i piloti il problema, ma si deve trovare quello che manca dal punto di vista della competitività in un campionato che è comunque interessante. Nelle ultime gare nel giro di un secondo c’erano tutte le macchine. Il grado di difficoltà è molto elevato”.
Rispetto al passato e a quella che è stata la sua Formula 1, l’inserimento di tutta questa tecnologia le piace?
“Bisogna semplicemente prenderne atto. Le cose cambiano, cambia il mondo e oggi si parla addirittura di intelligenza virtuale. Le macchine hanno un’assistenza diversa e io mi rendo conto di far parte di un secolo diverso. È difficile fare i paragoni così come è difficile farli tra piloti di generazioni differenti. Io mi diverto a guardare le gare di oggi come mi sono divertito a guardare le mie. È chiaro che guardo tutto con un occhio diverso, soprattutto rispetto ai tifosi e agli appassionati. Davanti alla televisione mi appassiona ancora a vedere i giri veloci, gli intertempi e queste macchine che negli ultimi Gran Premi hanno dimostrato di essere tutte attaccate”.
E invece della Sprint Race cosa mi dice?
“Non mi fa impazzire, penso che andrebbero più dati più punti ai piloti in modo diverso. Onestamente preferisco le gare e le qualifiche, ma io sono antico e per fare una valutazione normale bisognerebbe chiedere ai giovani per capire cosa chiedono e cosa preferiscono e continuare a migliorare per il futuro”.