Sull’anticipo degli aumenti degli stipendi nel cedolino di busta paga di dicembre 2023 dei lavoratori del pubblico impiego non si applica lo sconto contributivo del taglio del cuneo fiscale come previsto per le altre mensilità di quest’anno. L’aumento deriva dall’anticipo a fine anno dell’intera indennità di vacanza contrattuale del 2024 dovuta ai lavoratori della Pa per il mancato rinnovo dei contratti statali del triennio 2022-2024. 

A tal proposito è intervenuto l’Istituto di previdenza con una comunicazione che chiarisce come dovranno essere calcolati gli aumenti della maxi mensilità di fine 2023 da parte dei datori di lavoro. La misura è prevista dal decreto “Anticipi” (articolo 3 del Dl 145/2023).

Le amministrazioni centrali devono riconoscere il maxi aumento di stipendio in maniera obbligatoria, a differenza delle altre amministrazioni che ne hanno la facoltà. Si tratta, in particolare, degli enti che provvedono al pagamento degli stipendi mediante il proprio bilancio e che, dunque, potranno spalmare gli aumenti dell’indennità di vacanza contrattuale tra le varie mensilità del prossimo anno. Tra questi enti rientrano i pagamenti ai dipendenti comunali e i lavoratori delle altre amministrazioni territoriali. 

Anticipo aumenti stipendi dicembre 2023 dipendenti pubblici, non si applica lo sconto contributivo: ecco le novità 

In arrivo l’anticipo degli aumenti degli stipendi per la maxi mensilità di dicembre 2023. I dipendenti del pubblico impiego riceveranno in busta paga l’importo di tutto il 2024 dell’indennità di vacanza contrattuale, senza che quest’ultima venga spalmata tra le varie mensilità come avverrà per i dipendenti non statali. Sulla misura, prevista dal decreto “Anticipi” (articolo 3 del Dl 145/2023). l’Inps – con la comunicazione numero 4191 del 2023 – precisa che i datori di lavoro non dovranno applicare lo sconto dei contributi a carico dei dipendenti derivanti dalla misura di taglio del cuneo fiscale. 

Pertanto, sulla maxi mensilità i lavoratori dovranno versare i contributi previdenziali normalmente previsti sulle retribuzioni. 

Anticipo aumenti stipendi dicembre 2023, qual è la percentuale di contributi previdenziali? 

In media, sulla mensilità i lavoratori dipendenti pagano il 9,19%, percentuale nel 2023 scontata dal taglio del cuneo fiscale. 

Per le mensilità da gennaio a giugno 2023 i dipendenti pubblici (e privati) hanno goduto di uno sconto del 3% per le retribuzioni fino a 25mila euro, corrispondenti a 1.923 euro mensili al lordo; e del 2% per le retribuzioni da 25mila a 35mila euro al lordo, pari a mensili da 1.923 a 2.692 euro. 

Il decreto “Lavoro” di inizio maggio scorso ha aumentato queste percentuali di quattro punti per le mensilità da giugno a dicembre 2023, misura confermata per il prossimo anno alle stesse percentuali anche dalla bozza della legge di Bilancio 2024.

Taglio del cuneo fiscale, quali novità nel cedolino di dicembre 2023? 

Per effetto di quanto prevede l’Inps, sulla mensilità extra di dicembre gli enti pubblici non applicheranno le percentuali di sconto dei contributi. Ciò significa che la mensilità verrà sottoposta ai versamenti dei contributi previdenziali senza le percentuali di sconto del taglio del cuneo fiscale.

La mensilità corrisponde all’importo dell’indennità di vacanza contrattuale moltiplicata per 13 mensilità e per un coefficiente fisso, pari a 6,7. Molti dei lavoratori alle dipendenze degli enti della Pubblica amministrazione centrale, a fronte di una retribuzione ordinaria di 1.500 euro, percepiranno un extra a dicembre 2023 di 750 euro.

Su questa somma non sarà possibile applicare il 7% di taglio del cuneo fiscale. Pertanto il sostituto d’imposta procedura con la trattena applicando la percentuale spettante (8,85%) sull’importo di 750 euro, per un totale di contributi a carico del lavoratore pari a 52,50 euro.