Si è concluso dopo più di tre ore l’incontro di Palazzo Chigi tra il governo e i sindacati, guidato dalla premier Giorgia Meloni.
Insieme ad alcuni membri della sua squadra, la premier ha ricevuto le organizzazioni sindacali più rappresentative nella Sala Verde della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Presenti, tra gli altri, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone.
Al centro del vertice l’intenzione dell’esecutivo di “rivedere la norma” dell’articolo 33 della manovra, in relazione alle pensioni dei medici. Un discorso che ha riacceso i riflettori sulla gestione pensionistica in generale. Si è discusso così di questo e di altri punti critici della manovra economica.
Meloni all’incontro con i sindacati: “La pensione dei giovani un problema enorme”
Al termine dell’incontro, Meloni ha parlato di un “confronto franco e costruttivo” con i sindacati. Argomento cardine del tavolo sulla manovra è la stretta sulle pensioni di alcune categorie di dipendenti pubblici.
A tal proposito, la presidente del Consiglio ha annunciato pensioni di vecchiaia senza penalizzazioni “per tutti, non solo per il comparto sanità”.
A proposito di medici, infermieri e comparto sanitario, il governo ipotizza “un ulteriore meccanismo di tutela, in modo da ridurre la penalizzazione all’approssimarsi all’età della pensione di vecchiaia”.
Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia e garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31/12/2023 i requisiti attualmente previsti.
La leader di Fratelli d’Italia considera un “problema enorme” quello della “pensione dei giovani”. Nella manovra, ha anticipato, è contenuta una norma “giusta” a favore delle generazioni più giovani.
Il gioco di scaricare tutto il costo delle pensioni sulle generazioni che arrivano dopo non lo abbiamo fatto noi. Certo è più redditizio sul piano del consenso occuparsi di chi è qui e ora, ma il costo è stato scaricato su chi non si poteva difendere e non era consapevole di quello che stava accadendo.
Sul taglio del cuneo: “Sarebbe bello renderlo strutturale ma diventa difficile”
A proposito del taglio del cuneo, Meloni sottolinea che “sarebbe bello rendere strutturale” la misura, “ma diventa difficile in questo preciso contesto”.
Non sappiamo ancora quali saranno le regole con le quali operiamo nei prossimi anni. Credo si possa riconoscere che il governo ce la sta mettendo tutta per arrivare a un nuovo Patto di stabilità e di crescita che sia sostenibile e orientato più alla crescita che non alla stabilità.
Una chiosa sul tema della lotta alla precarietà, sul quale le organizzazioni sindacali hanno posto l’accento. Il capo dell’esecutivo ha risposto che “tutte le misure adottate sono state concentrate sui contratti a tempo indeterminato“.
Nell’ultimo anno abbiamo avuto oltre 500mila nuovi posti di lavoro e 443mila di questi sono contratti a tempo indeterminato.
Le risposte del governo non hanno evidentemente soddisfatto i sindacati, che rimangono sul piede di guerra. A cominciare dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che al termine dell’incontro a Palazzo Chigi ha dichiarato che la manovra “continua a essere sbagliata“.
A fargli eco anche il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, secondo cui “si conferma ancora una volta l’insensibilità alle tante richieste che vengono dalle piazze“.