Per gli amanti delle due ruote e non solo, Carlo Pernat non ha certo bisogno di presentazioni. Dirigente sportivo da sempre e storico team manager dell’Aprilia, negli anni Novanta, ha scoperto nell’arco della sua carriera talenti che poi hanno segnato la storia di questo sport, come Valentino Rossi e Max Biagi. Una breve parentesi nel calcio, con il Genoa, prima di tornare alla sua passione più grande: le moto. Una vita in continua evoluzione, la sua, nel corso degli anni si è reinventato manager e procuratore di piloti importanti: da Capirossi a Iannone fino ad arrivare oggi a curare gli interessi di Bastianini e Arbolino. Per commentare fare un bilancio sulla stagione appena conclusa di MotoGP, Pernat, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
MotoGP, Pernat a Tag24
Si chiude la stagione di MotoGP e i piloti sono pronti a godersi qualche giorno di meritate ferie. Non nell’immediato però, adesso è tempo di provare le nuove moto e programmare la prossima stagione. La fine del campionato è il momento, per tutti, di tirare le somme e fare un bilancio su cosa ha funzionato e cosa invece va migliorato. Si ripartirà dalle certezze, dalla Ducati favorita e da Bagnaia, il campione da battere. Ma ci saranno sicuramente anche sorprese e novità importanti. Per commentare il Gran Premio di Valencia, la stagione di Bastianini e fare un bilancio sulla MotoGP, Pernat, dirigente sportivo e manager di piloti importanti, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Si chiude la stagione, facciamo un bilancio: chi o cosa l’ha maggiormente stupita e si aspettava questo epilogo?
“È stata una stagione dettata da un cambiamento epocale di format. Da quando è nata la MotoGP non c’erano mai state due gare ma semplicemente una la domenica. Questo è stato un cambiamento importante, che ha determinato a mio avviso tanti incidenti e di conseguenza tanti infortuni. Ogni domenica avevamo piloti fratturati, vedi anche Bastianini all’inizio. Questo è stato il leitmotiv della stagione. Guardate la Formula1, alla prima stagione hanno fatto 5 o 6 sprint race, noi ne abbiamo fatte 21. Secondo me è troppo, perché ha stancato tutti, dai piloti, stressati e nervosi, ai meccanici, obbligati a lavorare sempre senza fermarsi. È stato faticoso ma bello”.
Con un finale molto avvincente…
“Direi spettacolare. Finire a Valencia, con una battaglia tra due piloti, ha portato grande interesse anche dal punto di vista mediatico ed è stato importante per il mondo del motociclismo. Un campionato bellissimo e a mio avviso la chiave è stata nella corsa di Barcellona, quando Bagnaia aveva 66 punti di vantaggio e una gomma, diciamo fallata, gli ha fatto fare high-side, rischiando un brutto infortunio. Quello però, con le due gare dopo, e Misano hanno influito sul finale di stagione. Martin invece è stato sfortunato con la gomma in Qatar, però deve fare un po’ di mea culpa per aver sbagliato la scelta delle gomme nelle gare prima. Detto questo, ha fatto un grande campionato. Bagnaia ha vinta il titolo da grande campione, partendo forte nell’ultima gara e con la volontà di chiuderla subito. Questo gli fa onore”.
Giustamente ha fatto riferimento a Bastianini, la cui stagione è stata completamente condizionata dalla sfortuna e dagli infortuni. Cosa non ha funzionato e su cosa state lavorando di più?
“In 44 anni di carriera non ho mai visto un campionato del genere. Alla prima sprint race era già in testa ed è stato abbattuto da Marini, in maniera involontaria, ma da lì ha perso 5 Gran Premi a causa della rottura della scapola, che poi con la sprint sono 10 gare. Per un pilota è l’infortunio peggiore, non si è neanche potuto allenare come avrebbe voluto, visto che avrebbe rischiato di farsi ancora più male e non correre più. Era obbligato ad allenare solo le gambe. Questo lo ha condizionato e con il secondo incidente a Barcellona ne ha persi altri 3. Dovete considerare che aveva una moto nuova tra l’altro, da mettere a posto e non era facilissima da guidare. Il team nuovo ha perso il suo capo tecnico, insomma è stata una non stagione. Alla fine è tornato un po’ meglio e ha vinto un Gran Premio”.
Ora quali sono le aspettative?
“Dopo questa conferma nel team ufficiale, ci aspettiamo che con la moto nuova, che sta provando proprio in questi giorni a Valencia, vada meglio e sia una stagione per giocarsi il Mondiale. L’unico obiettivo di Bastianini è quello di vincere, magari potendo contare su un po’ più di fortuna fisica. Dimentichiamoci quest’anno, facciamo finta che non ci sia stato e consideriamo che esordisca il prossimo anno nel team ufficiale”.
Facciamo un commento anche su Arbolino?
“Tony è un pilota secondo me fortissimo, che ha un enorme talento. Ha fatto una prima parte di campionato bellissima e la seconda invece meno buona. Penso sia un bene che rimanga in Moto2 anche il prossimo anno. Per lui sarà la stagione più importante della vita. Se fa bene, vince o comunque lotta per la vittoria, passerà sicuramente in MotoGP. Se invece fa un campionato mediocre rischia di rimanere un pilota di Moto2 per tanti anni. Ha tutte le doti per poter arrivare perché è fortissimo ed è un campione anche dal punto di vista della comunicazione. Si poteva fare il passaggio anche quest’anno, ma poi ci sono state altre situazioni e forse non era ancora del tutto maturo per il salto di qualità. Comunque anche in questo caso aspettative altissime”.
Ducati intanto eccellenza italiana. Si aspettava una crescita simile?
“Ducati sta diventando la Ferrari delle due ruote, o forse anche di più. L’obiettivo era vincere e ha vinto tutto: costruttori, Superbike, ha dato la possibilità a Pecco di essere annoverato tra i piloti più grandi, con Stoner e Valentino. Sono la squadra migliore. È già il secondo anno, e vogliono posizionarsi al livello Ferrari ovvero vincere per anni. Hanno fatto una moto che possono guidare tutti e sono seguiti da tutta la concorrenza, compresi i giapponesi. Se si pensava vent’anni fa a una cosa del genere sembrava utopia”.
Cosa potrà fare invece Marquez in Ducati?
“Marquez è un otto volte campione del mondo e quando un pilota così va a guidare la moto campione del mondo ci si aspetta solo che lotti per il titolo. Dipenderà molto dalla sua condizione mentale e fisica, ma questi sono aspetti che conosce solo lui. È sicuro però che si giocherà il Mondiale”.