Il tribunale di Mosca ha prolungato di due mesi la detenzione del giornalista americano Evan Gershkovich. È trattenuto in Russia dal maggio scorso con la pesante accusa di spionaggio. La notizia di un allungamento della detenzione è arrivata tramite un comunicato dal servizio stampa del tribunale Lefortovski.
“Il periodo di detenzione di Evan Gershkovich è prorogato di due mesi, fino al 30 gennaio 2024”.
Una riga scarna, con il divieto alla stampa di presenziare all’udienza. Solo pochi giornalisti si sono riuniti davanti al tribunale, ma dall’udienza a porte chiuse non è filtrato nulla.
Russia, il giornalista USA Gershkovich sarà detenuto fino al 30 gennaio 2024: mossa prevedibile
La decisione non sorprende troppo a dir la verità, era anzi data quasi per scontata. Questo perché di fronte alle accuse di spionaggio, Mosca è solita muoversi con la medesima prassi. È decisamente insolito, infatti, che il sistema giudiziario russi rimetta in libertà persone imprigionate prima di un processo. Rientra in questa casistica il 32enne, penna del Wall Street Journal.
L’uomo era stato arrestato il 29 marzo scorso nel bel mezzo di un servizio negli Urali. Il giornalista USA, in passato, aveva lavorato anche per l’AFP di Mosca, e per questa commistione di impieghi viene considerato una spia. Un crimine che, se confermato, potrebbe condurre l’uomo ad una prigionia lunga 20 anni. L’uomo, al momento nel carcere di Lefortovo di Mosca, nega fermamente ogni accusa. Così come ribadito dal giornale per cui scrive e dalle autorità USA, oltre che famigliari e amici.
Non è ancora indicata la data del processo
La proroga della detenzione era un atto prevedibile in vista del processo, che tuttavia non è ancora stato fissato. Inoltre, la Russia non ha mai reso note le prove in mano all’accusa fin dal momento del suo arresto e nel complesso pare essere un processo accerchiato dalla segretezza più totale.
Tanti i casi analoghi contro i giornalisti in Russia. È stata condannata a 8 anni di carcere la presentatrice russa che, durante la diretta di un telegiornale, aveva esposto un cartello con la scritta:
“No alla guerra, notizie false, non credete alla propaganda, vi stanno mentendo”