L’accusa di maltrattamenti nei confronti dei loro piccoli alunni era stata formulata nel 2015. Nelle scorse ore due maestre della scuola materna “De Amicis” di Modica, in provincia di Ragusa, sono state assolte.
Per le due imputate, Graziella Spadaro, 65 anni e Giuseppina Nicolosi, 51 anni, la pubblica accusa aveva chiesto per entrambe la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione.
Assolte dall’accusa di maltrattamenti due maestre di una scuola materna di Modica
Le due insegnanti erano state accusate di maltrattamenti in concorso – aggravati da abuso di autorità, o violazione di doveri inerenti ad una pubblica funzione – su alcuni bambini di una classe composta da 22 alunni.
La sentenza di assoluzione è stata emessa sulla base dell’articolo 530 comma 2. Ossia quando
manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato.
Ieri 27 novembre 2023 è stata la volta delle arringhe difensive dei legali Enzo Trantino e Tiziana Aloisio per Graziella Spadaro; di Enrico Platania per Giuseppina Nicolosi.
Trantino ha fatto riferimento alla richiesta del pm di una nuova perizia in corso di processo, poi respinta dal giudice: un elemento, a suo parere, della mancanza di indizi di colpevolezza. Ha inoltre evidenziato come per le insegnanti ci sia il dovere del rimprovero, quando necessario, in modo da affermare le regole del vivere civile, nonché esercitare con disciplina la loro attività.
Il legale ha ripercorso le frasi contestate alla sua cliente:
Basta, ma sei sciocco? Se piangi ancora ti lascio solo; Non toccare, non toccare!; Dormi? La prossima volta stai a casa e lo dici alla mamma; Ma è stupido questo?
Non essendo presente alcuna condotta intollerante oppure particolarmente aggressiva, ha poi citato l’episodio del morso. Uno dei bambini aveva infatti morso un altro bimbo, tanto da lasciargli sulla spalla i segni dei dentini. La maestra, in quell’occasione, gli aveva dato una pacca sulla bocca, dicendogli: “Non lo fare più”. Alla risposta del bimbo “E io non vengo a scuola”, lei aveva commentato: “Bene, avremo un cagnolino in meno”.
Secondo l’avvocato Trantino la sua cliente aveva l’obbligo di riprendere il bimbo, sottolineando il gesto sbagliato. Nessun eccesso, è anche il parere dell’avvocata Aloisio, chiedendo che quell’azione venisse riqualificata in un “abuso di mezzi di correzione o disciplina”. Lettura poi condivisa in sentenza dal giudice.
Un quadro probatorio “approssimativo e superficiale” anche per l’avvocato Platania, difensore della Nicolosi. Per il collegio difensivo, quindi, nessun uso sistematico della violenza, tale da portare al reato di maltrattamenti, con richiesta di assoluzione per le due imputate. Uno scenario opposto rispetto a quello delle parti offese.
Un processo controverso
I fatti contestati alle due maestre della scuola materna risalgono al 2015. L’indagine era stata condotta dalla Squadra mobile di Ragusa mediante telecamere nascoste. Fin dall’inizio il processo era risultato controverso, con elementi contrastanti.
Il gip aveva respinto la sospensione cautelare dall’insegnamento delle due donne in quanto, in base alle indagini, ciò che era emerso non faceva pensare a una condotta violenta o vessatoria nei confronti degli alunni; né che i loro comportamenti fossero di una gravità tale da provocare sofferenze fisiche o psichiche ai piccoli.
Le due maestre erano state rinviate a giudizio. Nel corso del processo diversi testi sono stati ascoltati in aula, sia dei genitori di cinque alunni- che si sono costituiti parte civile- che dal personale della scuola. I genitori avevano riferito di incubi e del rifiuto dei loro bimbi di andare in aula. Mentre gli operatori scolastici non avevano offerto elementi di conferma sul comportamento scorretto delle due maestre.
Il giudice ha quindi assolto sia Graziella Spadaro che Giuseppina Nicolosi per tutti i fatti contestati. Ha riqualificato l’episodio dello schiaffo dato dalla maestra Spadaro sulla bocca al bimbo del morso come abuso dei mezzi di correzione. Dichiarandolo però improcedibile in quanto prescritto.
Un caso simile si è verificato anche ad Agrigento, con schiaffi e sculacciate a un bimbo con disabilità. In questo caso le insegnanti sono state condannate.