First Digital USD (FDUSD) è l’ultima arrivata nel settore delle stablecoin, ovvero delle criptovalute che si propongono di dare sicurezza e stabilità in tema di quotazione. Il suo arrivo ha naturalmente attirato curiosità, in un momento in cui questo genere di asset digitali è indicato come un fattore di confusione, a causa di una lunga serie di vicende avvenute nel corso dell’ultimi biennio.
Occorre comunque sottolineare che FDUSD non è una stablecoin algoritmica. Per ogni dollaro virtuale che viene emesso, infatti, ce n’è uno reale o altro asset in grado di garantire interamente il valore in questione. Al tempo stesso, andrebbe però ricordato che anche BUSD prometteva lo stesso rigore. Una promessa che, però, è andata disattesa.
First Digital USD: di cosa si tratta
First Digital USD è una stablecoin interamente collateralizzata. In pratica, per ogni token emesso viene depositato un controvalore destinato a fungere da garanzia, con un peg paritario. Il suo lancio è avvenuto nel giugno di quest’anno e la società emittente è FD121 Limited, filiale della società finanziaria First Digital Limited con sede a Hong Kong.
In base al piano elaborato per il suo lancio, ogni FDUSD è garantito da un dollaro statunitense o da un asset di valore equivalente affidato come riserva al depositario nominato, ovvero First Digital Trust Limited.
Quest’ultima, a sua volta, si è assunta l’obbligo di custodire tutte le riserve di FDUSD in conti segregati. Cosa significa questo? Che, in pratica, non è possibile alcun genere di commistione tra queste riserve e gli altri beni societari. Si tratta in effetti di una specificazione importante, soprattutto alla luce delle vicende del passato.
Il riferimento è in particolare a quella di Terra (LUNA), l’azienda di Do Kwon fallita dopo aver suscitato grandi aspettative. Le indagini condotte sull’accaduto, infatti, hanno portato alla luce una lunga serie di comportamenti poco trasparenti o apertamente truffaldini, culminati nell’impiego delle risorse affidate alla società dagli investitori per attività estranee a Terra.
La Proof-of-Reserves come garanzia
Le vicende di Terra non sono peraltro una novità. Già in altre occasioni le emittenti di stablecoin si erano distinte per comportamenti non proprio ineccepibili. Alla luce dei quali, la domanda che ci si dovrebbe porre è la seguente: chi garantisce per First Digital USD?
La risposta dell’azienda è netta, al proposito: la Proof-of-Reserves, ovvero la vera e propria indagine condotta da società esterne sull’effettiva esistenza di riserve paritarie rispetto al quantitativo di valuta digitale emessa.
Proprio la questione relativa a BUSD, però, costituisce un precedente in grado di destare preoccupazioni. Anche in quel caso si sosteneva che la PoR rappresentava una reale garanzia, almeno sino a quando l’intervento delle autorità finanziarie dello Stato di New York non ha dimostrato che la realtà era ben diversa. Tanto da esigere l’immediata cessazione delle attività di quella che era definita come la stablecoin di Binance.
First Digital USD: le prospettive per il futuro
Abbiamo sin qui visto cosa sia First Digital USD e una serie di questioni collegate alle stablecoin. Se questo particolare segmento di mercato ha dato notevoli problemi sin qui, occorre comunque sottolineare che gli stessi sono stati solitamente collegati a quelle algoritmiche.
Queste stablecoin, infatti, non sono interamente collateralizzate e il loro peg va a dipendere dal funzionamento di un programma informatico. Nel caso di FDUSD questo problema non dovrebbe presentarsi, proprio per l’esistenza di riserve reali a copertura dell’emissioni di asset virtuali.
Il problema, semmai, è da ravvisare nella serietà delle aziende che conducono gli audit. In effetti nessuno può sapere se tali esami sono condotti a norma o meno. Del resto, andrebbe sottolineato che neanche la finanza tradizionale è immune da questi problemi. Basterebbe ricordare al proposito come Lehman Brothers fosse stata promossa dalle agenzie di rating proprio pochi giorni prima del suo clamoroso fallimento.