La questione migranti resta al centro dell’Unione europea, in particolar modo la situazione di Lampedusa, da sempre approdo primario e argomento di dibattito, tanto nella politica italiana quanto quella europea. A ritornare sul tema è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, all’interno di un intervento per la Conferenza dell’Alleanza globale contro il traffico di migranti.

“Dove siamo riusciti a unire le forze, all’interno dell’Europa, con i Paesi vicini e lontani, e con le organizzazioni internazionali, il progresso sta già avvenendo. A settembre, ero sull’isola di Lampedusa, una delle porte tra l’Europa e l’Africa.

Ho visto le barche indegne di navigare che i contrabbandieri stanno fornendo, causando la morte di così tante persone innocenti. Ho visto la situazione terribile dei migranti sopravvissuti al pericoloso viaggio. Ho visto l’incredibile solidarietà della popolazione locale, così come il loro esaurimento dell’ennesima crisi”.

Migranti, Von der Leyen: “Spazio per una cooperazione globale molto più ampia”

L’intervento della presidente della Commissione Ue è rivolto anche ad un allargamento della cooperazione sul tema. Oltre ai paesi membri, è auspicabile il coinvolgimento anche dei paesi considerati chiave al confine, dunque Marocco e Tunisia. La logica, infatti, è quella di stipulare dei “partenariati operativi anti-contrabbando”. Un accenno, inoltre, è stato fatto anche in relazione ai paesi dei Balcani occidentali, chiamati “amici” ma non solo, poiché definiti anche “futuri membri della nostra Unione”.

“Da allora, siamo riusciti a migliorare la situazione, con un duro lavoro su un piano in dieci punti. Abbiamo unito le forze con l’Italia, le agenzie delle Nazioni Unite e la Tunisia. La gestione delle crisi è importante ma non sufficiente. Dobbiamo costruire una risposta sistemica che metta i contrabbandieri migranti fuori dal mercato e impedisca la perdita di vite umane.

Questa è la logica alla base dei partenariati operativi anti-contrabbando che abbiamo stabilito in questi anni. In primo luogo, con i nostri amici nei Balcani occidentali, che non sono solo vicini, ma futuri membri della nostra Unione. E poi con alcuni paesi chiave intorno ai nostri confini. Ad esempio, con il Marocco e la Tunisia. Ma c’è anche spazio per una cooperazione globale molto più ampia”.

Le armi sono la prevenzione e la dissuasione

Von der Leyen chiude il suo intervento tornando su quelle che dovrebbero essere i cardini entro cui inserire ogni progetto relativo ai migranti illegali: prevenzione da un lato e dissuasione dall’altro. Affidare la vita ai trafficanti, sostiene la presidente, non deve più essere un’opzione praticabile.

“Dobbiamo prevenire e dissuadere le persone di affidare la propria vita ai trafficanti. Il miglior modo di salvare vite è evitare che queste persone intraprendono quel viaggio. Siamo qui per costruire un’Alleanza Globale contro il traffico di esseri umani. Siamo qui per combattere questo business criminale e fermare la sofferenza indicibile”.

L’alleanza globale a cui fa riferimento deve necessariamente partire da un’unità interna nell’Unione europea, elemento tutt’altro che scontato. L’Italia, a questo proposito, è in prima fila perché tra le nazioni maggiormente esposte al fenomeno. Se da un lato si hanno toni che rasentano lo scontro aperto, dall’altro si cercano soluzioni alternative come l’accordo tra Italia e Albania.