La Corea del Nord ha lanciato pochi giorni fa un satellite spia da Pyongyang e l’agenzia di stampa statale ha rilasciato pubblicamente delle dichiarazioni evidenziando i luoghi fotografati. Tra il 25 ed il 28 novembre, infatti, ha raccolto immagini di Roma, della Casa Bianca e del Pentagono.
Non solo però, perché il satellite in questione avrebbe sorvolato anche la base aerea militare statunitense Anderson e Guam, nel Pacifico. Oltre che la stazione navale Norfolk e il cantiere di Newport News in Virginia.
Il lancio di ricognizione da parte della Corea del Nord risale al 21 novembre scorso. A questo era seguita una dura presa di posizione della Corea del Sud, evidenziando una parziale sospensione dell’accordo militare con il Nord.
Corea del Nord, il satellite spia ha raccolto immagini di Roma e Casa Bianca
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è diviso a proposito della condanna verso quanto fatto dalla Corea del nord. Un problema che si protrae dal 2017, momento in cui Pyongyang ha iniziato l’utilizzo della tecnologia per i missili balistici. Non è infatti stato possibile approvare soluzioni concrete come una sanzione o una risoluzione in tal senso, lasciando di fatto carta bianca al paese.
Il tema principale è legato a doppio filo al diritto di veto detenuto da alcuni paesi che non intendono schierarsi contro la Corea del Nord. Nello specifico, il riferimento a questi viene fatto in maniera esplicita da Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite: si tratta di Russia e Cina.
“La Corea del Nord sta cercando spudoratamente di sviluppare i suoi sistemi di consegna di armi nucleari. Eppure, ci sono due membri permanenti che si sono rifiutati di condannare questo pericoloso lancio e altri simili“.
La Cina invita alla moderazione a margine del lancio del satellite
La Cina non si è esposta nell’ambito della votazione ma ha invitato alla “calma e moderazione” la Corea del Nord a margine del lancio del satellite spia. Non si è trattato del primo tentativo, ma in precedenza i tentativi erano falliti ed avevano però causato la ferma reazione del Giappone.