È il giorno dell’interrogatorio di Filippo Turetta, il 22enne finito in carcere a Verona per aver ucciso, dopo averla sequestrata, l’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Davanti al gip Benedetta Vitolo il giovane comparirà insieme all’avvocato Giovanni Caruso, che lo difende e che ieri l’ha incontrato in cella per discutere la strategia da seguire.
Venerdì 1 dicembre il medico-legale incaricato effettuerà l’autopsia sul corpo della vittima, mentre il Ris procederà con l’analisi dell’auto del ragazzo, in arrivo nelle prossime ore dalla Germania. Il legale della famiglia, Nicodemo Gentile, presidente dell’Associazione Penelope, parla già di “omicidio aggravato dallo stalking”.
Omicidio Cecchettin, in programma per oggi l’interrogatorio di Filippo Turetta
Nell’incontro di circa un’ora e mezza di ieri, Filippo Turetta e il suo legale, l’avvocato Giovanni Caruso, avrebbero messo a punto la strategia da seguire in vista dell’interrogatorio di oggi. All’uscita, intercettato dai microfoni dei giornalisti, Caruso ha dichiarato di non voler dire se il suo assistito parlerà, rispondendo alle domande del gip o rilasciando dichiarazioni spontaneee oppure no, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Ha però annunciato che, a differenza di quanto era stato riportato da alcuni giornali, non presenterà istanza al Riesame per chiedere la scarcerazione o una misura afflittiva per il giovane, che per ora apparirebbe tranquillo. Negli scorsi giorni, dopo essere arrivato dalla Germania a Verona, aveva chiesto libri e ansiolitici per dormire.
Al momento si troverebbe in una cella del reparto infermeria insieme a un altro detenuto che ha compiuto reati gravi. Al termine delle visite mediche sarà trasferito nella sezione “protetti” del carcere Montorio – dove si trova anche Benno Neumair, condannato all’ergastolo per l’omicidio dei genitori Peter e Laura a Bolzano -, lontano dai detenuti “comuni”. Una prassi, per coloro che si macchiano di crimini ad alta “riprovazione sociale” e che rischiano quindi di essere presi di mira.
Le parole dell’avvocato dei Cecchettin
L’avvocato Nicodemo Gentile, che insieme al collega Stefano Tigani assiste la famiglia Cecchettin, ha già parlato di “omicidio aggravato dallo stalking”.
(Turetta) ha dimostrato di essere un ‘molestatore assillante‘. Il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possesso’ verso la nostra Giulia,
ha dichiarato, chiarendo che si è trattato di
un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia. Un uso padronale del rapporto che ha spinto Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo l’omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria.
Sembra che in passato avesse chiesto alla 22enne di ritardare la sua discussione di laurea affinché potessero raggiungere quel traguardo insieme, visto che lui era rimasto indietro con gli esami. Anche per questo la ragazza lo aveva lasciato: era determinata a coronare il suo sogno.
Dopo la fine della loro relazione Turetta l’avrebbe ricattata emotivamente, costringendola a vederlo con la minaccia che altrimenti si sarebbe ammazzato. Lei lo aveva rivelato in un audio inviato alle amiche qualche settimana prima dell’omicidio, chiedendo loro consiglio su come liberarsi di lui.
L’autopsia sul corpo di Giulia e gli altri accertamenti irripetibili
Mentre Turetta sarà chiamato a fornire la sua versione dei fatti, proseguiranno gli accertamenti degli inquirenti. Venerdì 1 dicembre il medico-legale incaricato effettuerà l’autopsia sul corpo della vittima. Il Ris invece si occuperà dell’analisi dell’auto del ragazzo, in arrivo dalla Germania, dove era stata sequestrata in seguito al suo arresto.
Al suo interno sarebbero stati trovati circa 300 euro in contanti, una sim prepagata, dei guanti e un coltello da cucina, probabilmente l’arma del delitto. Non si esclude, quindi, che il 22enne avesse premeditato l’agguato mortale ai danni dell’ex. Il giorno dell’omicidio avrebbe addirittura effettuato un sopralluogo nell’area di Fossò, a pochi chilometri dall’abitazione dei Cecchettin.
Se sarà appurato che avesse cattive intenzioni – come sembra dimostrare anche lo scotch acquistato 48 ore prima di vedere Giulia, forse usato per impedirle di urlare – rischierebbe l’ergastolo. Per il momento è accusato di sequestro di persona e omicidio volontario aggravato dal vincolo affettivo.
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