Non tutti gli aumenti delle pensioni potrebbero scattare con il cedolino di pagamento di gennaio 2024. E’ già capitato in passato, infatti, che i nuovi importi dell’anno, ricalcolati in base alla perequazione del tasso di inflazione, subissero un rinvio ai mesi successivi a gennaio, con versamento degli arretrati a decorrere dal primo dell’anno. Nel 2024 le pensioni aumenteranno del 5,4%, ma non per tutti. Infatti, il limite è quello degli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo che, come tutti gli importi, ha già subito una rivalutazione rispetto ai calcoli di un anno fa. Di conseguenza, cambia il tetto massimo di pensione per vedersi il massimo dell’indicizzazione al tasso di inflazione.

Nella giornata di ieri, 27 novembre 2023, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, hanno firmato il decreto interministeriale, riconoscendo un tasso di inflazione provvisorio per il 2023 – sul quale saranno ricalcolate le pensioni – del 5,4%. Il tasso è di uno 0,2% inferiore alle previsioni delle scorse settimane, quando si stimava al 5,6%.

La nuova percentuale di aumento dei prezzi è stata stimata considerando che, nell’ultimo trimestre del 2023, a ottobre si verificasse un calo dell’indice dei prezzi dello 0,1%,a novembre dello 0,2% e a dicembre un incremento dello 0,1%.

Pensioni 2024, non tutti gli aumenti potrebbero scattare a gennaio: ecco come calcolare i nuovi importi

Aumentano gli importi delle pensioni a gennaio 2024 con una rivalutazione che va dall’1,188% al 5,4%, valore – quest’ultimo – che indica il tasso provvisorio di inflazione calcolato dall’Istat per il 2023. Non è nemmeno certo che gli aumenti scatteranno con il cedolino delle pensioni di gennaio 2024.

Negli anni precedenti è capitato che l’adeguamento delle pensioni richiedesse più tempo con versamento dei nuovi importi nei mesi susseguenti. Ciò potrebbe capitare, ad esempio, se la legge di Bilancio 2024 dovesse essere approvata in via definitiva dopo Natale prossimo. In tal caso, l’Istituto di previdenza non avrebbe il tempo materiale per l’aggiornamento degli importi decorrenti dal 1° gennaio 2024.

Pensioni aumenti gennaio 2024, quando scattano gli aumenti?

In caso di ritardo, i nuovi importi delle pensioni verrebbero versati nei mesi successivi con il pagamento, da parte dell’Inps, degli arretrati a decorrere dal 1° gennaio 2024. Non tutte le pensioni saranno rivalutate al 5,4%, ma solo quelle fino a quattro volte il trattamento minimo. Quest’ultimo valore si può ricavare dal messaggio dell’Istituto di previdenza numero 4050 del 2023, in base al quale la pensione minima è pari a 567,94 euro, già rivalutata dell’8,1% che è il tasso di inflazione definitivo osservato dall’Istat nel 2022.

A tal proposito, arriveranno anche gli arretrati della differenza tra il tasso provvisorio (7,3%) e quello definitivo (8,1%). L’Inps pagherà lo 0,8% con gli arretrati decorrenti dal 1° gennaio 2023, applicando lo stesso meccanismo di indicizzazione delle pensioni per fasce di importo.

Nuovi importi pensione minima e sociale

Dal 1° gennaio 2024, le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo avranno l’aumento del 5,4%. Si tratta delle pensioni di importo lordo fino a 2.271,76 euro, considerando la pensione minima pari a 567,90 euro. Le pensioni di importo maggiore avranno una rivalutazione non piena, ma all’85%, al 53%, al 47%, al 37% e al 22% del 5,4%.

Ciò significa che, rispetto alle pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo, quelle di importo superiore saranno rivalutate, rispettivamente, al 4,590%, al 2,862%, al 2,538%, all’1,998% e all’1,188%. Quest’ultimo valore spetta alle pensioni superiori a dieci volte il trattamento minimo, con rivalutazione del 22% come stabilito dalla legge di Bilancio 2024, rispetto al 32% di un anno fa.

Con la rivalutazione del 5,4%, le pensioni minime si avvicineranno a 600 euro (esattamente 598,61 euro), mentre l’assegno sociale sale da poco più di 503 euro a 534,40 euro.