In quest’ultimo periodo di novembre 2023, il Covid torna a correre veloce in Italia. A dimostrarlo sono i dati settimanali provenienti dagli ospedali e interpretati dalla Fiaso, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere.

Gli esperti parlano di una “crescita rapida e improvvisa“: in una sola settimana, il numero dei ricoverati “è salito del 32%“. Un andamento in forte controtendenza con il monitoraggio delle ultime cinque settimane consecutive, nelle quali si erano registrati numeri bassi e costanti. Le oscillazioni, molto lievi, andavano dal 2 al 3%.

Il periodo incriminato, quello nel quale si è assistito a un balzo a due cifre, va dal 14 al 21 novembre.

Covid Italia novembre 2023, la Fiaso: “Solo nel 24% dei casi ricoveri con sindromi respiratorie tipiche”

La Fiaso puntualizza come i nuovi pazienti siano ricoverati nei reparti Covid ordinari. I numeri nelle terapie intensive, infatti, rimangono invariati, stabili e tendenti verso il basso. L’età media dei pazienti con infezione da Sars Cov-2 in reparto è di 77 anni.

Un altro dato che può tranquillizzare tiepidamente è quello secondo cui solo il 24% dei casi si riferisce a ricoveri “con sindromi respiratorie tipiche del virus”. Il restante 76% dei ricoveri riguarda pazienti “ricoverati per altre patologie e risultati positivi al tampone”. Questo, però, non significa che la situazione sia da sottovalutare.

Il Covid ha dunque aggravato le condizioni di salute di pazienti con altre patologie, ma non è stata la causa principale dell’ospedalizzazione.

Migliore (Fiaso): “Campagna ferma al 4%, occorre rinnovare l’invito a vaccinarsi”

Interpretando i dati disponibili, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere sottolinea che le informazioni sui ricoveri da Covid “sono in linea con l’incremento dei contagi pari al 30% indicato dal ministero della Salute“.

Un “segnale” che suggerisce che “non bisogna abbassare la guardia”. In questo quadro, è importante per determinate fasce della popolazione sottoporsi alla vaccinazione, come ribadito dal presidente della Fiaso Giovanni Migliore.

L’età media dei pazienti che arrivano in ospedale è di 77 anni e la campagna di somministrazione della dose stagionale di vaccino anti-Covid tra gli ultra 60enni è ferma al 4%.

Questo contesto sembra destinato ad aggravarsi nelle prossime settimane, quando si prevede “una maggiore circolazione dei virus respiratori“.

Occorre ancora una volta rinnovare, soprattutto ad anziani e fragili, l’invito alla vaccinazione con la chiamata attiva da parte dei medici di medicina generale.

Covid oggi, come comportarsi in caso di positività: dalle mascherine all’isolamento

Il ministero della Salute italiano, anche sulla base delle ultime linee guida dell’Oms, ha ormai aggiornato le sue raccomandazioni per i cittadini positivi.

L’obbligo di isolamento per i positivi è completamente decaduto: resta la raccomandazione a restare a casa finché non vanno via i sintomi. Per quanto riguarda l’uso della mascherina non c’è obbligo di indossarla, ma se si è positivi è fortemente raccomandato soprattutto se si incontrano delle persone fragili.

I lavoratori positivi possono richiedere un certificato di malattia al loro medico, che qualora necessario potrebbe stabilire di sottoporli al tampone.

Per quanto riguarda gli studenti positivi, neppure loro sono obbligati a restare a casa. Ciononostante, l’invito è sempre quello di non andare a scuola, che vale anche in generale per ogni altra malattia infettiva.