Tra i tanti progetti che si propongono di risolvere i problemi legati alla mancanza di velocità e stabilità delle blockchain, spicca Hedera, progetto fondato nel 2018 e lanciato nel corso dell’anno successivo. Un lancio in grande stile, di fronte ad un pubblico di New York e in presenza di 50mila spettatori in livestream.

Distinto da un carattere generalista, ha avuto una notevole accoglienza da parte di una lunga serie di grandi gruppi del settore tech, industriale e commerciale, tale da farne la rete aziendale più diffusa in assoluto a livello globale.

Hedera: di cosa si tratta?

Hedera è una rete layer 1 rivolta a chiunque abbia bisogno di un registro pubblico per un proprio applicativo. A renderlo ideale per questo compito è un innovativo modo di organizzare le informazioni, tale da garantire transazioni pressoché istantanee, consumi limitati e robuste dosi di sicurezza.

Il sistema che è stato approntato è compatibile con la Ethereum Virtual Machine e si fonda sul linguaggio di programmazione Solidity. Proprio l’adozione di questo linguaggio, cui comunque si aggiunge Vyper, si è rivelato un notevole punto di forza, poiché i tanti sviluppatori che lo adottano possono condurre le proprie attività in un ambiente di lavoro ideale.

Così come rappresenta un vantaggio l’essere un progetto generalista. Sulla sua rete è quindi possibile trovare terreno fertile per lo sviluppo di applicazioni decentralizzate, finanza decentralizzata, NFT e sistemi di pagamento.

Una caratteristica che ha permesso a Hedera di stabilire proficue interazioni con grandi aziende che partecipano alla gestione del consenso e alla governance, tra cui Deutsche TelekomDBS, GoogleIBMUCL, NomuraLGUbisoftLSE.

Come funziona Hedera

Il funzionamento di Hedera non segue le stesse dinamiche che caratterizzano le blockchain tradizionali. Al suo interno, infatti, viene utilizzato un meccanismo di consenso che rappresenta una variante del Proof of Stake, noto come Asynchronous Byzantine Fault Tolerance (ABFT), su un hashgraph distribuito che è stato ideato da Leemon Baird, il co-fondatore dell’ecosistema chiamato a dirigerne lo sviluppo scientifico. Grazie ad esso è possibile conseguire l’ottimizzazione del consumo di banda e contemporaneamente spingere il sistema ad elaborare decine migliaia di TPS (transazioni per secondo).

La procedura instaurata al suo interno prevede che la creazione di una transazione da parte del client, che viene firmata. Una volta apposta la firma, la stessa viene inviata, mentre il client provvede a indicare l’importo massimo in termini di commissioni che è disposto a versare. A questo punto la transazione viene diffusa tra i vari nodi e sottoposta ad un procedimento indicato come gossip about gossip, per condurla in porto.

Il ruolo di propellente del sistema spetta a HBAR, il token che cumula funzioni di servizio e governo. Può essere quindi utilizzato come pagamento per le commissioni o essere messo in staking. La tokenomics prevede 50 miliardi di esemplari, i quali sono stati pre-minati. La loro diffusione dovrebbe essere completata nell’arco di 15 anni.

Le prospettive per il futuro

Abbiamo quindi visto cosa si propone Hedera e come funziona. E, soprattutto, abbiamo visto l’indubbia originalità del suo piano di sviluppo, distinto da robuste dosi di innovazione.

Proprio il fatto di proporsi come strumento per una lunga serie di casi d’uso rappresenta un punto di forza non indifferente. Testimoniato dai nomi che partecipano alla sua governance.

La reputazione di aziende come GoogleIBMLGTATADell, Nomura, UbisoftDeutsche Telekom è naturalmente destinata a implementare quella di Hedera. Un vero e proprio marchio di qualità che non può essere ignorato da chi è alla ricerca di asset sicuri su cui far convergere il proprio investimento.

L’utilizzo aziendale della sua rete va poi a riflettersi sulla diffusione e le fortune di HBAR, il token di sistema. Se al momento è attestato al 33° posto della classifica di settore, sono in molti a sbilanciarsi preconizzando un forte aumento della sua influenza nell’immediato futuro. Tale da riflettersi quindi con forza sulla sua quotazione.