Come era previsto, con la stagione fredda sono aumento i contagi di influenza stagionale e Covid-19. Due diversi virus che però presentano spesso sintomi molto simili e per questo difficili da riconoscere. Vediamo come distinguerli, almeno nei segni che compaiono in fase iniziale, e cosa fare in caso di sospetta infezione.
Influenza e Covid: aumentano i contagi
La stagione fredda porta solitamente un picco di contagi ed infezioni da virus stagionali. Tra questi sicuramente l’influenza, ma anche il Covid che con le nuove varianti sta provocando una nuova ondata di ricoveri in tutta Italia. Con studi dei medici di base e pronto soccorso in allerta per sovraffollamento di pazienti che si presentano, spesso con sintomi che possono essere simili a molte patologie.
Sono infatti comuni, specialmente in autunno inverno, problemi respiratori, naso chiuso, tosse, mal di gola e anche febbre. Ma la comparsa di tali segni può anche essere associata ad un banale raffreddore che guarisce spontaneamente senza destare preoccupazioni. Nel caso invece si tratti di un virus, andrà non solo riconosciuto e trattato tempestivamente in soggetti fragili e anziani, ma anche monitorato nel decorso per evitare un peggioramento.
I sintomi dell’influenza stagionale 2023
L’aumento dei pazienti con influenza e i sintomi para influenzali sta raggiungendo un picco stagionale, che avrà il massimo punto della curva nelle prossime settimane. Si tratta di patologie che colpiscono specialmente i bambini piccoli e gli anziani, e di virus che sono più attivi quando si passa dal caldo al freddo.
Perchè, come spiegano gli esperti, ci sono meno difese nelle mucose quando le temperature sono basse. Altro fattore che non aiuta nel limitare i contagi è che il vaccino non ha raccolto moltissime adesioni volontarie. E questo potrebbe peggiorare la situazione perchè chi non è vaccinato è più a rischio di sviluppare complicazioni.
L’influenza 2023 si presenta inizialmente con sintomi associati al dolore muscolare e alla stanchezza diffusa, comparsa di febbre anche alta, e problemi respiratori come naso chiuso, raffreddore, tosse e mal di gola.
Covid-19, sintomi delle nuove varianti
Il Covid sta tornando a colpire, con una nuova ondata segnata dall‘aumento di contagi e ricoveri. Un fenomeno favorito dalle poche adesioni alle campagne vaccinali e ai pochissimi tamponi che ormai non vengono quasi più effettuati anche se in presenza di sintomi sospetti.
Prevalentemente le persone infettate risultano positive alla nuova variante Eris e a Corona HV.1. Tutte e due caratterizzate da elevata contagiosità dovuta alla mutazione del virus. Tanto che in alcuni paesi come ad esempio il Regno Unito, il ministero della salute è tornato ad avvertire la popolazione circa la necessità di effettuare test rapidi ai primi sintomi e di isolarsi per qualche giorno in caso di positività al fine di arginare le infezioni tra persone.
I sintomi delle nuove varianti sono molto simili a quelli dell’influenza e nello specifico potrebbero comparire: febbre, mal di testa, forte mal di gola, naso che cola, stanchezza e debolezza muscolare.
Come distinguere l’infuenza dal Covid e trattare l’infezione
I sintomi del Covid e dell’influenza sono molto simili tra loro. A volte in assenza di febbre si tende anche a confonderli con quelli di altri malanni stagionali come le infezioni batteriche che causano raffreddore o bronchite.
È però fondamentale non solo distinguerne i segni ma anche trattarli in modo differente a seconda della patologia. Il primo segnale potrebbe essere la differenza tra i periodi di incubazione. Generalmente infatti i sintomi influenzali compaiono molto prima quando c’è stato contatto con infetti rispetto a quelli del Covid. Si va da 1 a 4 giorni per il virus stagionale e fino a 7 giorni per il coronavirus.
Con segni che potrebbero confondere i pazienti è importante anche verificare se c’è o meno la comparsa di problemi gastrointestinali, o prevalenza di mal di gola molto forte, mal di testa e naso che cola. In questo caso è più probabile che si tratti di Covid. In caso di sospetta infezione comunque il consiglio è quello di fare il test rapido o tampone, prima possibile per riconoscere l’agente patogeno ed evitare complicazioni.