Ex calciatore, campione d’Italia, ma anche pilota e poi parlamentare. Luigi Martini ha vissuto tante vite, tutte entusiasmanti. Per Tommaso Maestrelli era un intoccabile, un punto fermo, il terzino di spinta di cui non si poteva fare a meno. Con una Lazio eccessiva, spesso borderline, ma entusiasmante, ha scritto una pagina straordinaria di storia, vincendo il primo scudetto con la banda capitanata da Pino Wilson. Umile, discreto e con la battuta sempre pronta, amico fraterno di Re Cecconi, in biancoceleste ha collezionato oltre 200 presenze restando indissolubilmente legato alla città e all’ambiente. Per commentare il momento della squadra di Sarri e il prossimo impegno, Lazio-Celtic, Martini è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Lazio-Celtic, Martini a Tag24

La Lazio non era costretta ad affrontare un momento così difficile da anni, anche se la storia più recente ci ha abituato a stagioni difficili, per ogni allenatore, all’arrivo del terzo anno sulla panchina biancoceleste. Sarri è deluso dai suoi ragazzi, la prestazione di Salerno non è andata giù né al mister, né tanto meno ai tifosi e adesso ha bisogno di una dimostrazione forte da parte della squadra. Domani con il Celtic sarà l’occasione perfetta per schierarsi con i fatti, e non solo a parole, dalla parte del mister e cominciare da qui un nuovo campionato. L’appuntamento con la Champions League è allo stadio Olimpico, con fischio d’inizio alle ore 18.45. Immobile e compagni sanno di aver sprecato ogni bonus e che la pazienza ormai è finita. Per commentare il momento di biancocelesti e Lazio-Celtic, Martini, ex calciatore e leggenda del club capitolino, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Sarri ha detto che qualora dovesse capire di essere lui il problema, sarebbe disposto ad andare via. Lo chiedo a te, è lui problema? 

“Secondo quanto mi riguarda dico assolutamente di no. L’allenatore ha un’importanza primaria all’interno della squadra e ora deve tenere ben salde le redini del gruppo, in modo che possa esprimere una forza univoca nei confronti dell’avversario di turno. Credo poco negli allenatori che utilizzano tecnicismi che riguardano la geometria. L’importante è che oggi il mister sia stimato dai propri giocatori, che devono scendere in campo e dare tutto anche per il proprio lui”.

E nel caso della Lazio tu pensi che Sarri goda di questa stima?

Credo di sì, ma adesso devono dimostrarlo sul campo. A parole parlano di compattezza, questa però va trasformata in grinta e impegno durante le partite. Ci sono gare che si devono vincere punto, non si può tentennare. La squadra però in questo momento è in grande difficoltà. Evidentemente Milinkovic era più importante di quello che si poteva pensare. Era in grado di chiudere a centrocampo e sapeva impostare l’azione contro l’avversario in termini offensivi. Può sembrare strano, ma non è facile sostituire un giocatore del genere. Io però resto fiducioso, perché se il rapporto tra Sarri e la squadra è sincero, sicuramente porterà nel tempo i suoi benefici. La Lazio tornerà grande”.

Una situazione da cui si può uscire solo con i risultati?

“Non vedo nessun altro metodo. Nel calcio i risultati sono fondamentali e ci sono partite importanti che non si possono perdere. Una di queste è il derby. Ma io resto certo che prima o poi questa squadra ritroverà il passo che l’allenatore era stato capace di dargli lo scorso anno. È impossibile che ci sia un crollo così evidente come abbiamo visto nell’ultima giornata di campionato”.

Quella di domani con il Celtic sarà quindi una prestazione d’orgoglio?

“Deve esserci per forza, altrimenti sarebbe grave dopo la partitaccia vista contro la Salernitana. La delusione dei tifosi è stata manifestata ampiamente e adesso serve una prova d’orgoglio che possa riportare un po’ di normalità in questa situazione”.

In campionato sono tanti i punti di distacco con le prime posizioni, ma la Lazio può ancora ambire a un posizionamento europeo?

“Si può farcela, deve solo ritrovare l’equilibrio che aveva. Con i tre punti si va può scalare la classifica velocemente, serve solo un po’ di continuità. Io resto convintamente dalla parte di Sarri che è una persona perbene ed è un estimatore di Maestrelli. Non posso che avere fiducia nei confronti del tecnico toscano”.