Gianrico Carofiglio è un ex magistrato ed uno degli scrittori più apprezzati, per questo l’arrivo de Il metodo Fenoglio è un evento molto atteso per il pubblico della di fiction di Rai 1 e TAG24 ha avuto modo di intervistarlo in esclusiva.
Una chiacchierata che oltre a soffermarsi sulle qualità uniche del maresciallo Fenoglio analizza anche i legami tra i libri e le trasposizioni. L’ex parlamentare del PD poi si concede anche ad un’analisi sui casi di violenza contro le donne degli ultimi giorni, con una critica risoluta per le parole della collega Simonetta Matone su Rai 1.
Gianrico Carofiglio intervista video per Il metodo Fenoglio
D. Come è stato entrare nella famiglia della fiction di Rai 1?
R. “Insomma, io sono un po’ alieno dalle famiglie, ma a parte questo, certo, mi fa piacere questo debutto della serie in Rai. E Fenoglio è un ufficiale di polizia diverso, per molti aspetti, dai cliché a cui siamo abituati”.
D. Qual è la peculiarità di Fenoglio?
“La sua arma di lavoro principale è il dubbio, la capacità di mettere in dubbio ogni asserzione, ogni sua intuizione, proprio perché sa che i rischi di un’indagine, quando si va avanti troppo sicuri di sé, sono di fare danni catastrofici, di non risolvere il caso. Il metodo Fenoglio è questo.”
D. Da ex magistrato Carofiglio ha dato delle indicazioni specifiche alla produzione della serie tv su Il metodo Fenoglio?
R. “In questa serie uno ci trova molta verità. È stata una mia richiesta alla produzione e alla regia, ferme restando le autonomie e le competenze, che la serie fosse credibile, che non ci fossero, come a volte capita, aspetti implausibili, cose che nel mondo reale non possono accadere”.
D. Questo realismo è stato anche uno dei motivi del successo dei libri, secondo lei?
R. “Quello che si vede in questa serie può accadere nel mondo reale e io credo che questo personaggio possa comunicare un’idea diversa di che cosa significa fare indagini. Fenoglio mostra cosa significa occuparsi di fatti gravi e delle persone che li hanno commessi, ma sempre partendo da un’idea di rispetto. Mi ripeto ma tutto parte soprattutto dal concetto di fondo, quello del dubbio, della capacità di non aggrapparsi alle proprie certezze”.
Carofiglio, Il metodo Fenoglio e l’amore viscerale del pubblico per le serie tv crime
D. Gianrico Carofiglio sorride quando gli facciamo notare che il suo è l’ennesimo prodotto crime, un genere diventato ormai sinonimo di successo per Rai 1.
R. “Intanto incrociamo molte dita. Ma a parte questo, beh, insomma, è una cosa che viene da lontano per il pubblico. Ci piace sbirciare nella zona oscura, ci piace vedere quando viene commesso il crimine, quando l’infrazione avviene. Questa lesione della convivenza civile generata dal crimine violento viene poi sanata attraverso l’indagine e la scoperta della verità. È un bisogno elementare e quindi c’è una richiesta inesauribile di questo tipo di storie”.
D. Andrea Camilleri disse che non aveva immaginato minimamente il suo Montalbano con un fisico alla Luca Zingaretti (intervistato da TAG24 sulla violenza sulle donne), Carofiglio non ha partecipato alla scelta di Alessio Boni per interpretare il suo Fenoglio ma applaude la scelta della produzione.
R. “Io lascio le scelte degli attori e in generale le scelte produttive al soggetto cui competono, cioè il produttore. Dopodiché, posso dire che in generale non mi immagino molto il viso dei personaggi, ma mi immagino una fisicità e da questo punto di vista Boni non è molto diverso da come mi ero immaginato il personaggio di Fenoglio”.
D. Sull’eterno dilemma del conflitto tra libro e trasposizione, Carofiglio ha le idee piuttosto chiare.
R. “Fortunatamente non è una trasposizione fedele. Le trasposizioni fedeli producono film o serie noiose, fiacche perché sono mezzi espressivi diversi. Io credo che in questa serie siano stati colti alcuni aspetti dello spirito dei romanzi, e questo è il massimo che che lo scrittore può aspettarsi”.
D. Il rapporto tra il suo lavoro di magistrato e quello di scrittore?
R. “Come dicevo prima, la plausibilità è un elemento fondamentale. So come funzionano le cose in quel mondo. Se le racconto cerco di farlo in maniera non implausibile. Sarebbe davvero assurdo per me. E poi, in senso più ampio, avendo fatto quel lavoro, essendo entrato in contatto con una enorme massa di personaggi e di storie, ho la benzina per far marciare la macchina narrativa”.
Il tema della lotta alla violenza sulle donne e le parole della Matone
D. Carofiglio ha trattato anche nel libro “Ad occhi chiusi” il tema della violenza sulle donne, che è straordinariamente attuale. Commentando i recenti femminicidi, tra cui quello di Giulia Cecchettin, sottolinea con lucidità.
R. “Io non amo, diciamo così, la curiosità morbosa su fatti così gravi quindi cerco di tenermi lontano per quanto riguarda il fenomeno. Intanto, va detto che la linea di tendenza fortunatamente questo non è uno sminuire in alcun modo quanto accaduto. Questa linea in lentissima discesa, molto più lenta di quanto non discendano gli omicidi comuni, e quindi la percentuale degli omicidi di donne da parte di compagni, ex fidanzati è altissima così come il loro rapporto in percentuale”.
D. Lo scrittore non boccia a prescindere l’iniziativa del ministro Valditara di introdurre l’educazione all’affettività nelle scuole, sottolineando però ancora una volta quale sia l’aspetto più importante da cambiare.
R. “Il problema, com’è stato detto molte volte, è nella base culturale: la questione della cultura patriarcale, di cui adesso parlano tutti mentre prima eravamo in meno a farlo. Esiste una cultura dei ruoli presente in molti uomini e anche in molte donne, che non hanno gli strumenti per superare il carattere arcaico di questa cultura. E nei momenti di enorme frustrazione, per esempio, perché un uomo che viene lasciato non tollera questa idea. In alcuni casi si produce questo corto circuito pauroso. Non è una cosa che cambia domani o dopodomani, sfortunatamente. Anche se lentamente, con iniziative di formazione di cultura, non c’è dubbio che possa migliorare, e anche queste iniziative servono. Lentamente, a poco a poco, quel tipo di cultura, quel tipo di approccio, verrà disarticolato e finalmente buttato via”.
D. Infine, Carofiglio commenta laconicamente le parole di Simonetta Matone a ‘Domenica In’.
R. “Non trovo corretto per un ex magistrato fare psicologia in televisione”.