Come cambia la medicina con l’intelligenza artificiale? Avanzano le tecnologie, l’ AI si usa sempre più e succede anche nel settore sanitario. Tutto questo ha trasformato buona parte del nostro approccio al mondo della medicina e della salute.

Per esplorare un impatto tanto forte in un mondo così specifico e delicato, Tag24 ha intervistato l’esperta Elena Giovanna Bignami, medico anestesista e Prof.ssa ordinaria presso l’Università di Parma.

Come cambia la medicina con l’intelligenza artificiale: cosa si può fare

D: Cosa può fare di utile oggi l’Intelligenza artificiale nel settore sanitario?

R: L’intelligenza artificiale oggi in campo sanitario, medico, in ospedale o anche nel soccorso fuori dall’ospedale è uno strumento in più che ci può aiutare ad accumulare esperienza. Non bisogna immaginarla come un piccolo robottino antropomorfo che si sostituisce al sanitario con i suoi bei piedini cigolati che si muove e non sbaglia, no.

Si tratta di una serie di algoritmi, di statistiche in matematica che ci aiutano ad essere più precisi  per prendere le decisioni corrette sul malato.

D: Quindi semplifica i processi diagnostici o terapeutici?

R: Esattamente. Noi accumuliamo delle esperienza provenienti da ogni singolo malato e archiviamo tutti i dati relativi ad ogni singolo paziente, entrano in un algoritmo: quindi all’interno di questo grande frullatore di matematica che, anziché ridarci un frullato, ci dà un output, ovvero qualcosa che ci aiuta a prendere la decisione in modo migliore.

Per fare un esempio:

Quando si dice che un paziente sovrappeso, con la pressione alta, con il diabete, con il colesterolo alto ha maggiore rischio di sviluppare un infarto, continua ad essere vero, però non si saprebbe sul singolo paziente qual è la percentuale e quale sarà la manifestazione di quell’evento di cuore.

Con l’intelligenza artificiale, che impara da se stessa, si hanno molte più informazioni su quale evento capiterà a ogni singolo malato e quando. Questo per noi sanitari diventa un notevole passo avanti.

Come funziona l’AI in medicina, è affidabile?

Nell’intervista, abbiamo posto domande importanti che riguardano l’applicazione dell’AI nella medicina, alla scoperta dei modi con i quali questa tecnologia sta modellando attualmente le cure mediche. In particolare, abbiamo cercato risposte sulla sicurezza del suo intervento. Come funziona? Ce lo ha spiegato così la Dottoressa Elena Giovanna Bignami:

D: Cosa intende con “la macchina impara da se stessa”?

R: Si chiama machine learning, cioè la macchina archivia i dati e impara sempre di più, si raffina.

D: L’intelligenza artificiale allora è affidabile?

R: E’ più affidabile nella qualità delle informazioni che vengono date al medico, che rimarrà comunque l’ultima persona a prendere la decisione.

Non è che a un certo punto si sostituirà: non deciderà da sola la macchina che cosa fare. Magari fornisce una serie di alert.

Per esempio, se io sono di Milano e devo andare a Roma per una riunione, posso andare a piedi, impiegare diversi giorni e magari mi potrò stancare, arrivare con margine di ritardo. In alternativa, posso decidere di prendere il Frecciarossa e arrivo prima, meno stanca. Ma non è che il Frecciarossa decide che io devo prendere il treno. Rimango comunque io a decidere se usufruire di quello strumento.

Continuerà ad esserci un medico con l’intelligenza artificiale?

D: Nella sua vita quotidiana da medico quanto è presente l’intervento del’AI attualmente e quanto lo sarà in futuro?

R: Questa è un’ottima domanda. In questo momento è molto presente nelle discipline che sono già in forma digitale, in forma per esempio di immagini, di numeri. Perché comunque sono quelle che si prestano più facilmente all’analisi dell’intelligenza artificiale.

Sono molto avanti e sono molto affidabili nel determinare, per esempio, un’immagine di un pezzetto di pelle, di cute, in cui si guardano i bordi e si decide se sono normali o non normali. Loro sono sempre più precise e sempre più precoci le immagini che vengono analizzate con i sistemi di intelligenza artificiale perché  in un secondo, ma anche meno, ne processano tantissime e ne hanno viste tantissime. Ma la decisione di cosa fare quando c’è un’ipotesi di diagnosi rimane del medico. Si conferma la diagnosi  dal punto di vista clinico con l’essere umano e  poi è l’essere umano, con questa informazione più precisa, che deciderà cosa fare.

Cosa fa l’intelligenza artificiale durante le operazioni, dobbiamo avere paura?

D: L’AI riducono i rischi di errore durante le operazioni? Cosa potrebbe accadere in caso l’AI sbagliasse? Il sentimento di paura persiste nei pazienti.

R: Si, sono dei fattori presenti nelle emozioni collettive che si amplificano, ma c’è un fondamento di paura. In realtà c’è da dire che siamo molto più fallibili noi perché quello che fa un’intelligenza artificiale, magari durante un intervento chirurgico, è accumulare informazioni e poi riproporre ai clinici una sorta di possibili decisioni. 

Di per sé da sola lei non fa niente. Magari elabora una strategia e la propone, ma non la fa. Per noi è tutto più veloce e molto più sicuro. Il problema è il fatto che per avere una certezza in più nella decisione che prendiamo dobbiamo basarci su dei dati di buona qualità.

Se noi non riusciamo a trasdurre il segnale della pressione arteriosa, dell’immagine, della frequenza cardiaca  in modo corretto, continuo, e selezioniamo magari dei valori che ci piacciono, anche inconsciamente, non in cattiva fede, la decisione che noi prenderemo sarà basata su dati parziali.

Comunque l’equipe operatoria è sempre in supervisione. Cambia il software. Le immagini vengono analizzate in tempo reale per dare un supporto al chirurgo, ma non decidono da sole, è sempre il chirurgo che taglia. 

Risparmiare tempo grazie all’intelligenza artificiale nella medicina

D:  In che modo l’AI influenza l’interazione tra medici e pazienti?

R: Il paziente continuerà a interagire con il sanitario e anzi, sarà molto più semplice per noi sanitari (medici o infermieri) avere più tempo per il paziente. Questo perché ad esempio la parte di burocrazia, è una parte molto forte in cui lavora bene l’intelligenza artificiale. Noi la usiamo molto dal punto di vista organizzativo: di tracciabilità della tempistica, dei farmaci, dei device. Quella è una cosa che se non fa la macchina,  ci vuole molto più tempo. In questo modo noi lo risparmiamo e si può investire nella relazione col nostro paziente.

D:  Quali sarebbero gli ambiti della medicina che potrebbero essere più facilitati dall’intelligenza artificiale?

R: Il lato più avanti e che traina in modo corretto e da cui impariamo tutti è la diagnostica per immagini. Quindi mi riferisco alla sempre più precisione delle tac, degli ultrasuoni, delle ecografie, delle risonanze, delle ricostruzioni. Gli esami. 

Oggettivare la cura grazie all’AI

Le risposte della Prof.ssa Bignami ci hanno illustrato importanti processi diagnostici, possibilità di arrivare a terapie personalizzate, in un mondo in cui l’AI sta rivoluzionando il modo in cui si affrontano sfide mediche di ogni giorno. Spiega così il quadro più preciso cui possiamo arrivare, grazie al giusto utilizzo di uno strumento tanto potente:

“Sicuramente a tutto questo segue il mondo chirurgico sia nell’espletamento dell’intervento chirurgico, ma anche nel seguire il paziente dopo (nel follow up, cioè vedere come va nel tempo); e inoltre tutta la parte oncologica che deve avere indicazione chirurgica o meno, beneficia tantissimo dalla qualità delle immagini e da quanto questi sistemi hanno imparato per essere precoci.

Fino adesso il follow up veniva fatto sulle cartelle cliniche e poi degli specializzandi si facevano avanti come volontari per attaccarsi al telefono e sapere genericamente dal paziente come stava. Meglio di niente, ma di sicuro è più preciso avere un sistema di dati che vanno in un “mega-computer” che analizza e mette in correlazione i dati che vengono, non filtrati dalla mia o dalla sua parola, ma che mette insieme i numeri e ci restituisce un quadro, un dato su cui lavorare.

Questo per noi è oggettivare la cura. Questo ovviamente non significa togliere l’emozione o la soggettività nell’assistere. E’ un grande miglioramento di qualità è guadagno di tempo che possiamo utilizzare per curare i nostri pazienti.

Scopri come cambierà il mondo del lavoro grazie all’intervento dell’intelligenza artificiale e, più in generale, in che consiste questa tecnologia.