Dopo la storica vittoria in Coppa Davis, Filippo Volandri ha fatto rientro nel nostro paese. A Malaga la squadra del capitano azzurro ha conquistato il prestigioso trofeo ben 47 anni dopo l’ultima volta, balzando all’11° posto della classifica di tutti i tempi. Con il successo in terra spagnola gli azzurri scalzano in un solo colpo Argentina, Serbia, Svizzera, Canada e Sudafrica, che restano ferme a un solo trofeo. Decisiva è sta la vittoria in finale contro l’Australia, in cui prima Arnaldi ha battuto Alexei Popirin in una lunga battaglia, terminata con il punteggio di 5-7, 6-2, 4-6 in favore dell’azzurro. Poi è stato Sinner a ipotecare la conquista della coppa, vincendo il secondo singolare contro Alex De Minaur. 6-3, 6-0 il punteggio in favore dell’altoatesino che, come dirà Filippo Volandri, è arrivato molto stanco al match. Il capitano, appena ha fatto ritorno ha Fiumicino, si è fermato a rispondere alle domande dei giornalisti italiani. Volandri ha ripercorso le battaglie in Coppa Davis e ha ringraziato tutti i tifosi per il grandissimo supporto.
Le parole di Volandri atterrato a Fiumicino
Appena rientrato a Fiumicino Filippo Volandri ha parlato dell’avventura appena conclusa in Coppa Davis.
Tra le tante difficoltà che abbiamo dovuto fronteggiare da quando siamo partiti c’è anche stato il fatto di aver avuto quattro esordienti in due anni, una squadra giovanissima. Un traguardo raggiunto forse anche più velocemente di quanto ci aspettassimo, però ne siamo veramente orgogliosi. Dopo la vittoria sono stato benissimo perché ho trascorso dei giorni con la mia famiglia. Dormire con i bambini per me è importantissimo. Noi lavoriamo con degli psicologi e ci hanno detto che per arrivare alla vetta bisogna passare notti insonni. Sono arrivate anche per uno che dorme molto bene come me, ma sapevamo che dovevamo passare da lì e da lì siamo passati. Ci siamo infilati in una fessura piccola, ma l’abbiamo fatto tutti insieme.
Poi ha continuato, parlando della visita in programma al Presidente della Repubblica e della condizione di Jannik Sinner durante il torneo di tennis.
Il 21 i ragazzi partono per l’Australia, probabilmente qualcuno è già partito. Quindi si sta cercando di trovare la chiave giusta per andare dal Presidente della Repubblica, che per noi è un grande onore e orgoglio. Si tratta solo di una questione logistica. Cosa gli dirò? Che questa è la coppa di tutti, che se in un momento così complicato riusciamo anche soltanto a regalare un sorriso per noi la missione è compiuta. Ovviamente non abbiamo salvato nessuna vita, perché parliamo di sport. Allenamenti a porte chiuse? Abbiamo ragazzi che arrivano da una stagione lunghissima e che avevano veramente poche energie. Quindi dovevamo cercare di canalizzare le poche rimaste, soprattutto quelle di Sinner che arrivava dalle Finals e aveva un serbatoio poco pieno. Nel giorno della finale è arrivato con pochissime energie, poi ha vinto 6-3, 6-0 ed è stato strepitoso. Il picco di ascolti è stato incredibile, questo è il motore che ci spinge a far meglio, per arrivare a sollevarla.
Abbiamo sentito ogni singola persona che ha acceso la tv e che ci ha spinto verso questo traguardo incredibile. Per questo dico che la coppa è vostra, siamo molto orgogliosi. Io sono un po’ più grande dei ragazzi, ma ognuno ha fatto la propria parte. Soprattutto chi non ha potuto giocare come Matteo, che è venuto consapevole di non poter partecipare. La sua spinta è stata importante. Dedico la coppa alla mia famiglia e a tutte le persone che hanno dato anche il minimo contributo per poterla raggiungere.