Raffaele Imperiale, ex narcotrafficante oggi collaboratore di giustizia, ha ceduto allo Stato italiano un’isola di sua proprietà, ubicata in un arcipelago nei pressi di Dubai.
A darne l’annuncio è il sostituto procuratore Maurizio De Marco, in concomitanza con il processo in corso presso il Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli. Oltre a Imperiale ci sono un’altra ventina di imputati.
Tra le accuse all’ex narcos di Castellammare di Stabia spicca quella di aver importato almeno sette tonnellate di cocaina in Europa. Il periodo di riferimento va dal 2017 al 2021. Imperiale avrebbe messo in piedi un’organizzazione dedita al fiorente business della droga e del riciclaggio di denaro.
Raffaele Imperiale cede allo Stato italiano la sua isola di Dubai: ai magistrati anche due dipinti di Van Gogh
Tra gli imputati, oltre al nome di Raffaele Imperiale spiccano anche quelli dei suoi uomini più vicini. A cominciare dal socio in affari Bruno Carbone, fino al contabile Corrado Genovese, il responsabile logistico Daniele Ursini e una serie di collaboratori.
Tra i più importanti narcotrafficanti internazionali in circolazione, Imperiale fu arrestato proprio a Dubai nel 2021. Al momento è detenuto negli Emirati Arabi Uniti. Il ministero della Giustizia italiano sta completando le procedure per la sua estradizione.
Nel bottino sequestrato all’ex criminale rientrano anche due preziosissime tele di Van Gogh. I dipinti erano stati rubati nel 2002 ad Amsterdam dal museo dedicato al pittore olandese. Anch’essi sono finiti nelle mani dei magistrati italiani.
Nelle casse dello Stato anche il bottino in Bitcoin del narcotrafficante, dal valore di 1,8 milioni di euro. La somma è confluita nel Fondo Unico Giustizia. Il tesoro di Imperiale, consegnato dal contabile Genovese, è finito sotto sequestro del gip di Napoli.
Il patrimonio di Raffaele Imperiale
Oltre a un’isola, quadri pregiati e investimenti in Bitcoin, il narcos ha dimostrato di aver conservato un certo tenore di vita nella sua latitanza. A Dubai, Imperiale spendeva circa 400mila euro al mese per mantenersi.
Prima della cattura, probabilmente vistosi braccato, il collaboratore di giustizia avrebbe sborsato ben 7 milioni in soli tre mesi per garantirsi una fuga efficace. Una somma che, purtroppo per lui, non è bastata.
A proposito di Raffaele Imperiale, c’è da segnalare la cattura, durante l’estate, di un suo parente nell’ambito di un’operazione anti-Camorra ai danni del clan dei Cesarano.