Il tema dell’interoperabilità è sempre molto presente in ambito crypto. Se all’inizio le blockchain non erano state progettate per comunicare tra di loro, nel corso degli ultimi anni un numero sempre crescente di soluzioni ha deciso di dare risposte in tal senso.

ThorChain è uno dei protocolli che si sono segnalati per la proposta offerta. La sua catena, infatti, vede la presenza di un exchange decentralizzato, ovvero fondato su un meccanismo AMM (Automatized Market Maker), il quale riesce a stabilire proficue interazioni tra le blockchain che, in precedenza, non erano in grado di farlo.

ThorChain: di cosa si tratta?

ThorChain è un exchange decentralizzato (DEX) che fonda il suo funzionamento sugli strumenti di sviluppo software (SDK) forniti da Cosmos. Il protocollo AMM che ne consegue è in grado di fornire la base tecnologica back-end ideale per permettere alle blockchain di scambiare asset virtuali.

Per poter eseguire le varie transazioni, si formano coppie di scambio in cui una delle due parti è il token RUNE, nativo di ThorChain. La funzione di pairing va ad associarsi a quella di servizio all’interno del sistema e di governance. In pratica con RUNE è possibile pagare le commissioni e acquisire il diritto di partecipare ai processi decisionali interni al network.

La tokenomics prevedeva in origine un miliardo di esemplari. Nel 2019, però, è stato deciso di abbattere l’offerta massima e di portarla alla metà. I token in eccedenza sono quindi stati eliminati immettendoli in un wallet sprovvisto di chiavi private, quindi praticamente inaccessibile.

Il progetto è stato lanciato nel 2018 in occasione di un dexathlon di Binance. La maggior parte dei suoi fondatori ha preferito l’anonimato e a curarne l’immagine pubblica è proprio la comunità che si è raccolta intorno a ThorChain.

Come funziona ThorChain

Il funzionamento di ThorChain si basa sulla presenza di pool di liquidità al suo interno, destinati ad alimentare gli scambi tra le catene interessate. Ognuno di loro provvede in pratica ad associare RUNE agli asset disponibili, con un procedimento molto semplice: se si intende dare vita allo scambio tra ETH e BNB, occorre prima versare ETH e prelevare il corrispondente valore di RUNE all’interno di un pool, per poi scambiare questo con BNB in quello successivo.

Occorre sottolineare che le transazioni sono condotte a termine senza che l’interessato sia costretto a convertire i propri asset in RUNE e conservarli. Il processo è tutto interno alla blockchain di ThorChain.

Il modello di trading che ne consegue, vede la presenza di quattro figure:

  • i fornitori di liquidità, che vengono premiati per l’apporto ai pool;
  • gli swapper, ovvero coloro che intraprendono le operazioni di compravendita;
  • i trader, cui spetta il compito di individuare asset la cui quotazioni sia stimata in maniera non congrua;
  • gli operatori di nodo, chiamati a vincolare i token RUNE in staking.

Per quanto riguarda questi ultimi, vengono valutati in termini di affidabilità, in un processo denominato churning e devono restare anonimi.

Le prospettive per il futuro

I DEX sono sempre più popolari tra coloro che sono interessati al trading di criptovalute. Il motivo è da ricercare nella maggiore sicurezza che offrono. Per commerciare asset virtuali al loro interno, infatti, non è necessario consegnargli le chiavi private del proprio wallet, ma semplicemente collegarlo alla piattaforma.

Proprio questo ha permesso agli scambi decentralizzati di crescere in maniera impetuosa nel corso degli ultimi anni. Agevolati anche dalla ripetuta serie di scandali e crolli di cui sono stati protagonisti gli exchange centralizzati.

Proprio questo dato di fatto fa capire come anche per ThorChain si prospetti un futuro brillante. Reso ancora più probabile dalla vicenda che sta interessando in queste ore Binance. L’accordo conseguito con le autorità finanziarie degli Stati Uniti, infatti, se ha salvato il CEX di Changpeng Zhao dal crac ha comunque evidenziato ancora una volta la mancanza di trasparenza degli scambi centralizzati. Un danno di immagine il quale sembra destinato a fornire propellente per la crescita degli AMM nell’immediato futuro.