Il Parlamento UE ha approvato la nuova legge sul packaging, nota come PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation), che impone regole più severe sull’uso degli imballaggi a livello europeo. La legge, che mira a ridurre i rifiuti da imballaggio, ha suscitato opposizioni e richieste di modifica da parte di vari parlamentari europei e settori industriali. Un esempio significativo di questa opposizione proviene dai produttori di Camembert in Francia, preoccupati per il possibile divieto delle loro tradizionali confezioni in legno, difficili da riciclare. La legge ha passato una tappa cruciale con l’approvazione al Parlamento UE, ottenendo 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni, e ora si dirige verso ulteriori trattative nel Consiglio UE e probabilmente nel Trilogo a gennaio.
Perché una nuova legge sul packaging?
Gli emendamenti apportati dai deputati, oltre 500, mirano a rivedere le norme sul riutilizzo e i divieti sugli imballaggi monouso. Questa legislazione è una risposta alla crescente quantità di rifiuti da imballaggio in Europa, che è aumentata da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 84 milioni nel 2021, con una media di 188,7 kg di rifiuti per cittadino. L’obiettivo è di ridurre drasticamente questi numeri per evitare di raggiungere una media di 209 kg di rifiuti pro capite entro il 2030.
Questa legge, fortemente sostenuta dal commissario europeo Frans Timmermans, mira a ridurre in modo drastico i rifiuti d’imballaggio, che nel 2022 hanno raggiunto i 84 milioni di tonnellate, pari a 188,7 kg per cittadino.
Nuova legge sul packaging: una rivoluzione nelle abitudini di consumo
La principale novità riguarda il divieto di diverse tipologie di imballaggi monouso, soprattutto in plastica, utilizzati comunemente per frutta, verdura e altri prodotti alimentari. Tra gli articoli destinati a sparire vi sono anche i sacchetti di plastica e le confezioni monouso di prodotti per l’igiene personale forniti dagli alberghi.
Con la nuova legge sul packaging non vedremo più questi prodotti
La legge implica anche la fine dell’uso di bicchieri, vassoi, piatti usa e getta, bustine di zucchero monodose e panna da caffè in confezione singola. Questo si rifletterà notevolmente sulle pratiche nel settore della ristorazione e dell’ospitalità.
Dal 2025, i consumatori dovranno avere l’opzione di riutilizzare i propri contenitori per bevande acquistate sfuse. Inoltre, entro il 2030, il 20% delle bevande non alcoliche e il 10% di quelle alcoliche dovranno essere vendute in confezioni riutilizzabili, con obiettivi in aumento per il 2040.
Il regolamento UE punta in particolare a eliminare imballaggi come reti per arance, buste per insalata e contenitori per prodotti leggeri, oltre a sacchetti di plastica leggeri e confezioni monouso sotto i 50 ml per gli alberghi.
Italia contraria al nuovo regolamento: il dibattito tra riciclo e riuso
L’Italia, uno dei Paesi con i più alti tassi di riciclo in Europa, si oppone alla nuova regolamentazione, sostenendo l’importanza del riciclo rispetto al riuso. Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso preoccupazione per l’impatto della legge sul sistema produttivo italiano, definendo il passaggio dal riciclo al riuso come “illogico“.
La risposta dell’UE
Virginijus Sinkevicius, commissario europeo, ha sottolineato l’urgenza di passare dal riciclo al riuso, evidenziando l’aumento significativo dei rifiuti da imballaggio negli ultimi anni, che sta crescendo più rapidamente del PIL e della capacità di riciclaggio dell’UE.
Conclusioni
La nuova legge sul packaging del Parlamento UE rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità e la riduzione dei rifiuti. Sebbene ci siano preoccupazioni e opposizioni, soprattutto da parte dell’Italia, l’obiettivo della legge è chiaro: promuovere un futuro in cui gli imballaggi siano più ecologici e meno impattanti sull’ambiente. Questa rivoluzione nel mondo degli imballaggi è destinata a cambiare il modo in cui consumiamo e ci rapportiamo con i prodotti quotidiani. Il trend verso il quale ci si oriente è quello di indirizzarsi verso un’economia più circolare e sostenibile.