La diffusione nella cultura popolare, soprattutto tramite il cinema, ha portato il termine “Armageddon” a evocare eventi catastrofici, spesso associati alla “fine del mondo”, come se fosse un sinonimo di “Apocalisse”. Questa interpretazione, in parte, ha radici nel suo primo apparire nel capitolo 16 dell’Apocalisse biblica.

Armageddon: significato biblico

La forma più accurata del termine compare nel testo greco dell’Apocalisse, specificamente al capitolo 16, versetto 16, e ha un inizio con la lettera H.

Se ci si rifà a un’edizione del Nuovo Testamento nella sua lingua originale, si legge il termine Ἁρμαγεδών, che sarebbe più correttamente trascritto come Harmaghedon, grazie a quella sorta di segno aspro – un simile apostrofo – che precede la prima lettera e richiede di pronunciarla con un suono aspirato. Questo non è solo un dettaglio accademico, ma richiama l’attenzione sull’influenza degli anglosassoni nel modo di interpretare e pronunciare le parole. Abbiamo visto un film chiamato Armageddon? E quindi tutti ad adottare la scrittura “Armageddon”. Ma ciò che è corretto in inglese potrebbe non essere la scelta più adatta in altre lingue, specialmente dopo secoli di studi linguistici sul greco e l’ebraico.

Il termine greco deriva, in realtà, dall’ebraico, la lingua del popolo d’Israele. Il passaggio Ap 16, 16 costituisce l’unica occorrenza nella Bibbia, e gli studiosi del testo sacro spiegano che la chiave per comprenderne il significato è suddividerlo.

Così, “har-” significa “montagna” in ebraico, mentre “-magedon” ha a che fare con Megiddo, un’altura situata a circa 80 chilometri da Gerusalemme. Come ogni collina o monte dell’antichità, essa aveva un valore strategico nelle varie civiltà che occupavano il territorio.

Oggi, questo sito conserva alcune rovine ritenute Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Tuttavia, in passato, le valli circostanti sono state teatro di importanti battaglie e avvenimenti di cui parla l’Antico Testamento, già a partire dal XV secolo a.C.

Armageddon nel libro dell’Apocalisse

Qui si intravede l’essenza dell’uso del termine Harmaghedon, o “montagna di Megiddo”, nel libro dell’Apocalisse. Esaminiamo attentamente quanto affermato in Ap 16, 16: “I re si radunarono nel luogo chiamato in ebraico Harmaghedon”.

In una parte estremamente suggestiva, l’autore del libro racconta come, dopo l’annuncio degli angeli sull’avvento dell’ora del Giudizio Universale e dopo che i giusti hanno intonato il canto dell’Agnello (che simboleggia Gesù), sette angeli scendano dal cielo portando con sé coppe colme dell’ira divina.

Uno dopo l’altro, questi sette angeli riversano sulla terra le loro piaghe, provocando un’enorme sofferenza. Quando il sesto angelo ha compiuto la sua azione, improvvisamente si afferma che tre spiriti impuri o demoniaci appaiono in quel momento, riuniti nell’Harmaghedon.

È questo il motivo per cui è associato alla battaglia finale tra il bene e il male: da una parte, ci sono i re e le nazioni della terra, dall’altra il Signore Gesù, i Suoi angeli e gli esseri umani fedeli. Si tratta di violenza e conflitto armato, sì, ma con un epilogo che segna il trionfo di Dio sui nemici dell’umanità, coloro che Egli ha creato e salvato.

È importante evitare un’utilizzazione strumentale e ideologica di questo termine: ogni volta che si parla di “Harmaghedon”, c’è sempre una convinzione sottesa da parte di chi lo pronuncia, quella di rappresentare il bene, mentre il nemico è inevitabilmente identificato come l’incarnazione del male. Lo stesso destino che è toccato al termine “Apocalisse” e all’aggettivo “apocalittico” nella nostra società, associati a disastri e tragedie, nonostante il loro significato etimologico di “rivelazione” di un Dio che mostra il senso della storia e il Suo infinito amore.

Riflettere sulle antiche lingue e sulle questioni filologiche – senza dimenticare che la Bibbia richiede sempre questo approccio serio – può illuminare il significato che brilla dietro a quelle parole apparentemente oscure: la storia è nelle mani di Dio, ma Egli ha voluto che gli esseri umani fossero protagonisti.

La storia implica inevitabilmente una lotta tra il bene e il male. Il fatto che in momenti di crisi bellica, persino in minacce nucleari, si utilizzi il termine “Harmaghedon” rappresenta un’opportunità per noi cristiani, che consideriamo la Bibbia come la Parola di Dio, di mostrare la speranza come virtù cardinale e l’impegno a realizzare la volontà di Dio per un mondo migliore.