Picchia la moglie in strada e viene arrestato grazie all’intervento di quattro ragazzi di 16 anni: è successo a Vigonovo, il paese salito alla ribalta delle cronache per l’omicidio di Giulia Cecchettin, consumatosi l’11 novembre scorso. Autore dell’aggressione un 71enne del posto ora accusato di maltrattamenti in famiglia.

Picchia la moglie in strada nel paese di Giulia Cecchettin: arrestato 71enne del posto

I fatti risalgono a sabato 25 novembre. Quattro amici di 16 anni – Giacomo, Alessandro, Gaia e Goia – erano seduti nei pressi del patronato di Vigonovo, in via del Risorgimento, quando avrebbero visto un uomo scagliarsi con violenza contro la moglie dopo averla minacciata.

Era la Giornata contro la violenza sulle donne. Memori di quanto accaduto da poco a Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta dopo essere stata sequestrata in auto sempre a Vigonovo, i ragazzi, temendo che la situazione sarebbe degenerata, avevano deciso di intervenire.

Eravamo seduti al tavolino del patronato, quando abbiamo visto una coppia di anziani e abbiamo notato che il signore era molto agitato, ha iniziato a urlare e insultare la moglie – ha raccontato uno di loro a La Repubblica -. La mia amica, con gran fiuto, ha detto: ‘Seguiamoli, non è una cosa tranquilla’.

Dopo aver fermato l’uomo, allontanando sua moglie da lui, avrebbero scattato una foto alla targa della sua auto e avvisato i carabinieri. A quel punto i due anziani erano già tornati a casa. Quando i militari della stazione Piove di Sacco li avevano raggiunti, dopo aver identificato e rintracciato la loro vettura, il 71enne aveva iniziato ad inveire contro di loro, rifiutandosi di aprire la porta di casa.

Alla fine è stato convinto a far uscire la moglie. Poi è stato tratto in arresto e trasferito in carcere a Padova per maltrattamenti in famiglia. Dai primi accertamenti è emerso che da circa un anno picchiava e umiliava la moglie.

I precedenti degli scorsi giorni

Non è il primo episodio di violenza che si collega, in un modo o nell’altro, alla tragica vicenda di Giulia Cecchettin, uccisa a soli 22 anni dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ora in carcere a Verona. Negli scorsi giorni se ne sono verificati diversi. Ad Aosta un 18enne è stato fermato dopo aver rivolto pesanti minacce alla sua ex, dicendole che – se non avesse accettato di rivederlo – le avrebbe fatto fare la fine di Giulia.

A Portogruaro, in provincia di Venezia, un uomo già noto alle forze dell’ordine per violenza domestica è stato invece arrestato per lesioni aggravate nei confronti della moglie: avrebbe tentato di accoltellarla dopo averla colpita all’addome con un pugno perché lei, ascoltando le ultime notizie di cronaca al telegiornale, aveva difeso Giulia Cecchettin, additando invece come “criminale” Filippo Turetta.

A chiamare i soccorsi sarebbe stato il figlio, presente in casa al momento dei fatti. Lui e la madre saranno ospitati da una struttura protetta gestita da un Centro antiviolenza locale. L’obiettivo è proteggerli da altri eventuali attacchi dell’uomo, finito a processo. In questi casi, infatti, esiste il pericolo di reiterazione. Così come esiste quello di emulazione nel femminicidio.

Le ultime notizie sul femminicidio di Vigonovo

Il prossimo primo dicembre il medico-legale incaricato dalla Procura si occuperà dell’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin, che a un primo sguardo presenterebbe almeno 20 ferite da arma da taglio. Secondo il gip firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Turetta – accusato, per il momento, di sequestro di persona e omicidio volontario aggravato dal vincolo affettivo -, la 22enne sarebbe stata uccisa in due atti di “inaudita ferocia”, colpita a mani nude e con uno o due coltelli.

Prima a 150 metri dalla sua abitazione, dove un testimone l’aveva vista litigare con il suo assassino, poi nella zona industriale di Fossò, dove l’aggressione sarebbe stata catturata per intero da una videocamera di sorveglianza. Sui punti che restano da chiarire dovrà fare chiarezza proprio Turetta, che domani, 28 novembre, sarà interrogato in carcere a Verona in presenza del suo avvocato Giovanni Caruso.