Sui social ho trovato una bella notizia. Eccola. “Ciao ragazzi, mi chiamo Emanuele Fiore e vorrei raccontarvi la giornata più bella della mia nuova vita: quella che ho vissuto ieri. Quando avevo 7 anni mi hanno diagnosticato una doppia patologia rara al fegato e all’intestino. Ho dovuto convivere tutta la vita con questo problema, e non è stato semplice. A 10 anni ho perso all’improvviso mio padre: quell’enorme vuoto lasciato dalla sua scomparsa è stato colmato dal gesto compiuto da mia madre, ossia donare i suoi organi. Grazie a ciò oggi due persone possono continuare a vivere col cuore e il fegato di mio padre”.

Il racconto di un cestista che gioca la partita più importante

Continua la storia: “Ho sempre saputo, fin da piccolo, che quel gesto, così importante e generoso, forse, un giorno, sarebbe potuto servire anche a me. Io sono nato e sono cresciuto con una palla da basket in mano. Sono un cosiddetto giocatore minore, che nel 2020 ha vinto il campionato di Serie D con la sua squadra (il Tam Tam Torino), ma proprio dopo quella grande gioia le mie condizioni si sono aggravate. Ho dovuto lasciare lo sport, ho perso 15 chili, e, soprattutto, si è resa necessaria una disperata ricerca di un donatore perché il mio fegato era ormai compromesso. Sei mesi fa, finalmente, la speranza è stata ripagata.

L’operazione, ovviamente molto complicata, è andata bene così come il decorso post-operatorio. Il mio pensiero è stato sin da subito quello di coltivare il sogno di poter tornare a giocare”. Poi la gioia: “Ieri sera più di 200 persone hanno assiepato la palestra del Tam Tam Torino: erano tutte lì per me. Ieri sera è stato il primo giorno della mia nuova vita. Sono tornato a giocare a basket. Sono tornato a respirare quell’aria magica che solo la mia più grande passione riesce a darmi. Ma, soprattutto, con tre anni di ritardo ho finalmente esordito in C2. Abbiamo perso. Ma io, grazie a chi mi ha donato un fegato nuovo, sapevo già di aver vinto. Vorrei, se possibile, che rendeste pubblica la mia storia. Non sono famoso, no mi conosce nessuno. Ma credo che nel mio piccolo possa essere d’ispirazione qualcuno. Soprattutto, vorrei che passasse il messaggio che donare gli organi è un gesto fondamentale che possiamo fare tutti. Donare un organo è l’assist più bello che possiamo fare nella vostra vita”. E questo è il canestro più bello.

Stefano Bisi