La Commissione Ue, nell’ambito della valutazione della revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), ha apportato significative modifiche al target finale degli asili nido e delle scuole dell’infanzia, riducendolo da 264.480 a 150.480, come riportato dalle fonti di governo. Questa revisione è stata motivata principalmente dall’incremento dei costi delle materie prime e dall’esclusione, da parte della Commissione, di alcuni interventi precedentemente selezionati.

Asili nido, ridotti i fondi del Pnrr dalla Commissione Europea

Le materie prime, il cui costo è cresciuto del 50% rispetto alle stime del 2021, sono state identificate in base agli appalti aggiudicati entro il 30 giugno 2023. Questo aumento ha reso necessaria una rimodulazione dei progetti, determinando una riduzione sia in termini di metri quadrati sia di nuovi posti aggiuntivi. Le fonti governative spiegano che, a fronte di risorse fisse, tali modifiche sono risultate inevitabili.

Nonostante le variazioni, il governo assicura che “non sarà definanziato nessun intervento già aggiudicato“, anche se non concorre al raggiungimento del target finale ora impostato dalla Commissione europea. Le risorse già allocate ai comuni saranno mantenute, contribuendo comunque al potenziamento dei servizi educativi per i bambini nella fascia di età 0-6 anni.

Il governo intende continuare gli investimenti negli asili nido per incrementare il numero di posti disponibili, al fine di raggiungere la copertura del 33% del servizio a livello nazionale entro il 2026, come richiesto dal Consiglio Ue nel 2021. Inoltre, è previsto l’adozione di un primo Piano asili, del valore di circa 530 milioni di euro, utilizzando le risorse già finanziate nel decreto Caivano.