Chi è Beniamino Zuncheddu, l’uomo che è stato detenuto in carcere per 32 anni in quanto giudicato responsabile della cosiddetta strage di “Cuili is Coccus” a Sinnai (Cagliari) avvenuta l’8 gennaio 1991. Per l’ex allevatore sardo – che oggi ha 58 anni e si è sempre dichiarato innocente – la Corte d’appello di Roma ha accolto la richiesta di sospensione dell’ergastolo, pena alla quale egli era stato condannato. Vi spieghiamo perchè e che cosa è successo.

Chi è Beniamino Zuncheddu e perché era stato condannato all’ergastolo

Beniamino Zuncheddu è tornato libero dopo 32 anni di carcere. L’ex allevatore, originario di Burcei, piccola località in provincia di Cagliari, in Sardegna, è stato scarcerato. Egli era stato condannato, ormai diversi anni fa, in via definitiva, all’ergastolo. L’uomo dai giudici era stato ritenuto responsabile degli omicidi di tre pastori e del ferimento di un quarto avvenuti l’8 gennaio 1991 sulle montagne di Sinnai. Ora però le cose sono cambiate.

Egli ha lasciato la casa circondariale di Uta (Cagliari). Subito si è detto molto felice e ha affermato di “voler mai più vedere” il carcere. La sua scarcerazione è avvenuta dopo che i membri della Corte d’appello di Roma hanno accolto la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena avanzata dal suo avvocato difensore, il legale Mauro Trogu.

Ad aspettarlo fuori dalla prigione c’erano la sorella Augusta, la sua datrice di lavoro e alcuni suoi compaesani. Presente anche Irene Testa, Garante regionale per i diritti dei detenuti. La dottoressa da tempo è convinta dell’innocenza dell’uomo ed impegnata a sostenere la battaglia per la revisione della sua condanna all’ergastolo.

La Garante Testa, ai microfoni dell’Agi, ha riferito di essere contenta per il risultato ottenuto dopo quasi 33 anni. Ha ricordato che il prossimo 19 dicembre è in programma un’udienza che potrebbe portare all’assoluzione piena e definitiva dell’uomo. Infine ha riferito che, fino ad ora, “fatti e testimoni” hanno dato ragione all’ex allevatore sardo. Proprio per lui inoltre, in questi ultimi mesi, sono state organizzate proteste e manifestazioni a Cagliari e a Roma.

Perché Zuncheddu è tornato libero?

Nell’ultimo periodo Zuncheddu si trovava in un regime di semilibertà presso il carcere di Uta. Egli usciva per recarsi al lavoro e poi doveva fare rientro in prigione. L’uomo, oggi 58enne, era stato condannato all’ergastolo in via definitiva dopo essere stato ritenuto responsabile di un triplice omicidio avvenuto nel 1991 nella provincia di Cagliari.

Ma come mai è uscito dal carcere proprio adesso? Dopo 32 anni dietro alle sbarre? La decisione della Corte d’appello di Roma è giunta dopo che sono emerse alcune novità nel corso delle ultime udienze. Tutto è partito dalle affermazioni dell’unico superstite di quel delitto, Luigi Pinna.

Egli ha raccontato che, dopo che sono avvenuti i fatti, aveva riconosciuto Zuncheddu da una fotografia che gli era stata mostrata dall’agente di polizia Mario Uda, che all’epoca stava conducendo le indagini. In realtà però il sopravvissuto non avrebbe potuto riconoscere il responsabile del triplice omicidio, dal momento che aveva il volto coperto.

Pinna, nel corso dell’udienza che si è tenuta lo scorso 14 novembre, ha raccontato, dopo quasi 33 anni, il seguente particolare di grande rilevanza:

L’agente di polizia che conduceva le indagini, prima di effettuare il riconoscimento dei sospettati, mi mostrò la foto di Beniamino Zuncheddu e mi disse che il colpevole della strage era lui.

Il superstite della strage, che era rimasto ferito ma non era stato ucciso, nel corso degli anni ha cambiato più volte versione. Poi, pochi giorni fa, ha appunto ammesso di non aver visto realmente in faccia Zuncheddu perché il colpevole aveva il volto coperto da una calza.

I giudici, alla luce di queste dichiarazioni e di una ulteriore prova ottenuta grazie a intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno deciso di sospendere l’ergastolo per l’ex pastore sardo. Per lui adesso vige l’obbligo di dimora nel suo paese, Burcei, dove la comunità lo ha accolto a braccia aperte. Anche i suoi compaesani hanno sempre creduto nella sua innocenza.

Il 19 dicembre la sentenza definitiva

I prossimi 30 novembre e 12 dicembre si terranno nuove udienze del processo per la revisione dell’ergastolo. Per il 19 dicembre è attesa la sentenza, che potrebbe portare alla definitiva scarcerazione di Zuncheddu, il quale potrebbe essere stato ingiustamente ritenuto responsabile della strage di Sinnai e ingiustamente condannato.

Per lui i giudici della Corte d’assise di Cagliari avevano deciso l’ergastolo l’8 novembre 1991, basandosi proprio sulle dichiarazioni di Pinna, l’unico sopravvissuto. Avevano identificato come movente della strage gli sconfinamenti di bestiame. Il 16 giugno 1992 la condanna al carcere a vita era stata confermata dalla Corte d’assise d’appello di Cagliari.