I token di servizio proposti dagli exchange di criptovalute hanno avuto una buona accoglienza da parte degli investitori. Il motivo è in fondo abbastanza semplice: la loro utilizzazione sulle piattaforme di scambio è molto intensa e pone le basi per il loro successo.
OKB, il coin proposto in tal senso da Okx, un tempo Okex, può essere considerato una testimonianza di rilievo di quanto abbiamo detto. Nel corso del 2022, infatti, ha perso “soltanto” l’11,50%, risultando tra le cinque migliori valute virtuali dell’anno, insieme a GMX, Trust Wallet, Unus Sed Leo e Toncoin. Mentre nel corso del 2023 ha vita ad una forte crescita, passando da 26 a 58,48 dollari di quotazione.
OKB: di cosa si tratta?
OKB è l’utility token dell’exchange centralizzato Okx, considerato uno dei più grandi a livello globale, per quanto concerne i derivati. In pratica la stessa funzione rivestita da BNB per Binance, quella di vero e proprio cuore pulsante dell’ecosistema in cui è stato immerso.
Oltre a fungere da motore per la miriade di transazioni che avvengono ogni giorno sulla piattaforma, permette ai suoi utenti di godere di promozioni, sotto forma di sconti più o meno sensibili nel corso delle operazioni di trading.
Coloro che ne detengono un elevato quantitativo sono premiati con il 40% di sconto, con percentuali decrescenti a seconda dello status dei clienti. Gli utenti della piattaforma sono suddivisi in VIP e utenti abituali. I primi sono connotati da un livello dipendente dalle azioni di OKB detenute, mentre agli utenti VIP è assegnato un livello sulla base del volume di scambi.
Come funziona OKB
OKB è in pratica il propellente per le operazioni di scambio che avvengono su Okx. Chi lo utilizza nelle coppie di trading viene premiato con larghi sconti in termini di commissioni, oltre che con la rendita passiva derivante dalla messa in staking.
Ogni tre mesi Okx procede al burn del 30% del ricavato in commissioni. In tal modo viene eliminata una parte dei token circolanti, aumentando il valore dei restanti. Una mossa che, stando al comportamento del prezzo nel corso dell’anno è largamente premiata dal mercato.
A queste funzioni aggiunge poi quella di token di governance. Detenendolo è possibile prendere parte ai processi di governo relativi alla blockchain. Da tutto ciò ne discende un largo impiego, tale da tradursi in un sostegno evidente al suo prezzo.
Le prospettive per il futuro
OKB si trova al momento al 23° posto nella classifica di settore. Lanciato nel 2018 ha dato vita ad un percorso di costante crescita, superando anche le difficoltà create dall’arresto del fondatore di Okx, Mingxing “Star” Xu, da parte delle autorità cinesi.
Un altro duro colpo in termini di immagine si è rivelato poi la collaborazione intrapresa con Alameda Research, la società fondata da Sam Bankman-Fried. Nei mesi successivi al crollo di FTX molti hanno temuto che anche Okx potesse essere stato autore di politiche scarsamente trasparenti.
Proprio il crollo di FTX, però, si è rivelato un incentivo importante per la sua quotazione. La fine dell’exchange ha infatti aperto nuovi spazi per la concorrenza, in cui è stato lesto ad infilarsi proprio Okx.
La vicenda di Binance potrebbe premiare Okx
Le prospettive di OKB, inoltre, sono state ulteriormente migliorate dalle notizie relative a Binance e all’uscita di scena di Changpeng Zhao. Com’è noto, infatti, l’exchange più grande del mondo ha dovuto ammettere le proprie responsabilità in termini di riciclaggio e violazione delle sanzioni emesse dal governo degli Stati Uniti.
Nella crisi di credibilità che dovrebbe conseguirne, Okx potrebbe mettere a frutto l’equilibrio raggiunto nel corso degli ultimi anni. Può infatti presentarsi agli investitori alla stregua di una garanzia, in un momento particolare come l’attuale.
Non stupirebbe eccessivamente, quindi, una sua ulteriore crescita nel corso dei prossimi mesi, soprattutto se il crypto winter dovesse lasciare definitivamente il posto alla sospirata schiarita ormai attesa da molti analisti.