DAI appartiene alla categoria delle stablecoin algoritmiche. Ovvero proprio quella categoria che è finita in stato di accusa dopo la vicenda di Terra (LUNA), crollata una volta perso il suo ancoraggio.

La speranza è, naturalmente, che non faccia la stessa fine di quello che sino al momento del crollo era reputato alla stregua di un vero e proprio modello da seguire, nonostante gli allarmi ripetutamente giunti da più parti.

A vantaggio di DAI c’è però un fatto ben preciso: non avere alle sue spalle una figura come quella di Do Kwon, che secondo i detrattori e le autorità che hanno indagato sulla vicenda della stablecoin coreana, sarebbe direttamente responsabile di quanto accaduto. Andiamo a vedere perché.

DAI: di cosa si tratta

DAI è una stablecoin algoritmica. In pratica il suo ancoraggio è sottocollateralizzato, termine che sta a indicare l’insufficienza dei beni reali messi a garanzia, in questo caso dollari statunitensi. Per cercare di impedire che l’ancoraggio venga meno, si ricorre ad un software informatico che interviene in automatico a correggere la quotazione quando questa accenna a salire o scendere in maniera eccessiva. Gli interventi sono regolati a loro volta da uno smart contract, chiamato a regolare le relazioni con l’altra moneta cui viene effettuato l’ancoraggio, ad esempio bruciando (burn) una certa quantità di token, ovvero immettendoli in un wallet non dotato di chiavi private, da cui nessuno potrò mai recuperarli.

La reale differenza di DAI con le altre stablecoin costruite allo stesso modo è però da individuare nella gestione del progetto. Nel caso di Terra, come abbiamo ricordato, a fare da deus ex machina era Do Kwon, cui è stata addossata la colpa del clamoroso crac, tanto da spingerlo alla fuga per sottrarsi all’arresto.

Nel caso di DAI, invece, a prendere decisioni sul suo sviluppo è una Decentralized Autonomous Organization (DAO). Partecipano ad essa coloro che detengono i token di governance MAKER (MKR), come se si trattasse degli azionisti di una società tradizionale. Chi li possiede può far valere il proprio peso nei processi decisionali, proporzionalmente alla quantità detenuta.

Come funziona la stablecoin

DAI è collegata alla Ethereum Virtual Machine e ogni titolare di Ether è in grado di creare DAI utilizzando la MakerDAO App. Il primo passo per farlo è l’invio dei propri Ether ad un CDP, uno smart contract chiamato a regolarne l’emissione e il riscatto.

Il principio che regola il processo è quello della sovracollateralizzazione. In pratica per poter emettere un determinato quantitativo di DAI occorre scambiare una quantità più alta di Ether. Chi li prende può naturalmente farci ciò che vuole, ma per riavere indietro gli Ether impegnati deve restituire i DAI presi aggiungendovi quanto concordato in sede contrattuale per gli interessi. Per quanto concerne questi ultimi, sono comunque in linea o addirittura inferiori a quelli praticati dalle finanziarie tradizionali.

Per quanto riguarda invece la sicurezza, occorre sottolineare la presenza di una funzionalità nota come processo di arresto di emergenza. Ove si prospetti una situazione critica, tale da prefigurare il crollo del sistema, per impedire che gli utenti perdano le risorse immesse nel sistema si attiva una procedura tesa a bloccarlo. I titolari di DAI possono quindi tornare in possesso dei beni garantiti originali, senza rimetterci. A decidere per un blocco di questo genere è un gruppo selezionato di utenti che detengono le chiavi del sistema.

DAI: storia e prospettive

DAI è stato lanciato nel 2014 dallo sviluppatore Rune Christensen, con il nome MAKER Foundation. Il protocollo varato è di tipo open source, ovvero aperto all’apporto di chiunque sia intenzionato a migliorarlo, proponendosi di fornire una risposta in termini di vera decentralizzazione. Una esigenza estremamente avvertita all’epoca, in considerazione delle lacune in tal senso di Bitcoin e gran parte delle Altcoin.

Il protocollo MAKER è stato lanciato ufficialmente nel 2017, configurando in pratica un prestito non volatile, stabile e assolutamente sicuro a vantaggio di aziende e privati. In seguito, proprio per soddisfare al meglio le esigenze di democrazia interna, tutte le prerogative della fondazione sono state trasferite ad una organizzazione autonoma decentralizzata, MakerDAO.

Al momento DAI si trova al 17° posto della classifica in termini di capitalizzazione di mercato. Segno evidente della fiducia che è riuscita a calamitare da parte di una numerosa platea di investitori. Una fiducia che non dovrebbe venire meno nell’immediato futuro, permettendo a DAI di proseguire in tranquillità la sua navigazione.