Nel caso della strage di Sinnai, una svolta significativa è avvenuta con la decisione della Corte d’Appello di Roma di scarcerare Beniamino Zuncheddu, l’ex allevatore di 58 anni di Burcei (Cagliari), condannato in via definitiva all’ergastolo per il triplice omicidio del 1991. L’avvocato Mauro Trogu, difensore di Zuncheddu, ha annunciato la liberazione, sottolineando che la Corte ha preso questa decisione basandosi su “nuove prove“.
Beniamino Zuncheddu è libero: nuove prove lo assolvono dalla strage di Sinnai
Zuncheddu era stato in carcere per quasi 33 anni, e la sua libertà condizionale è stata una richiesta avanzata dal suo avvocato. Attualmente in regime di semilibertà nel carcere di Uta, Zuncheddu poteva uscire per lavorare durante il giorno ma era tenuto a rientrare in cella la sera.
La “nuova prova” citata dalla Corte riguarda intercettazioni ambientali e telefoniche, nonché informazioni provenienti da un ex poliziotto coinvolto nel caso. L’ordinanza dei giudici ha evidenziato che questo materiale ha contribuito a mettere in dubbio la testimonianza di Luigi Pinna, l’unico superstite della strage di Sinnai. Si è scoperto che l’ex poliziotto ha segretamente mostrato a Pinna la fotografia di Zuncheddu, influenzando la sua testimonianza e inducendolo a identificare Zuncheddu come l’aggressore.
Le parole dopo il carcere
Le parole di Zuncheddu al momento del rilascio riflettono una miscela di emozioni: “Sono molto contento di lasciare il carcere dopo quasi 33 anni che sono stati lunghissimi“. Esprime la sua incertezza sul futuro, affermando: “Non so cosa farò per prima cosa: ora sto pensando alla libertà e a non tornare mai più in cella. Aspetto il giorno della sentenza per arrivare a quella verità che ho sempre dichiarato e chiesto“.
Il sostegno per Zuncheddu è giunto dalla comunità di Burcei, con il sindaco Simone Monni e la Garante regionale delle persone private della libertà personale, Irene Testa, che hanno manifestato insieme alla popolazione. Anche il Partito Radicale si è mobilitato, organizzando diverse manifestazioni, l’ultima delle quali è stata un sit-in davanti al tribunale di Roma durante un’udienza del processo di revisione. Le prossime udienze si terranno il 30 novembre e il 12 e 19 dicembre, dove si cercherà di far luce sulla verità dietro questo tragico evento del 1991.