Cresciuto nelle giovanili dell’Empoli, squadra con cui assaggia per la prima volta il calcio professionistico, partendo dalla Serie C, dopo tre stagioni, nel 1993 sale approda al Genoa, club con cui sale di categoria. Considerato uno dei giovani più promettenti del panorama calcistico italiano, è con l’Inter che fa il salto di qualità. Moratti, al suo primo anno da presidente, aveva in parte deluso le aspettative dell’ambiente e così, nella seconda stagione punta tutto sul mercato. Con la maglia nerazzurra, il difensore centrale toscano, vive tre stagioni da protagonista e vince una Coppa Uefa. Per commentare Juventus-Inter, Galante è intervenuto in esclusiva a Tag24
Juventus-Inter, Galante a Tag24
Ci siamo, il countdown per il derby d’Italia è iniziato. Quella tra Juventus e Inter non è e non sarà mai una sfida come le altre. Lo dice la storia, lo dice il passato, ma lo dice soprattutto il presente. La rivalità tra le due tifoserie è enorme e dopo anni di difficoltà, da una parte o dall’altra, in questa stagione quello tra nerazzurri e bianconeri torna ad essere un big match da vetta della classifica. Appuntamento all’Allianz Stadium alle ore 20.45. Allegri sa di avere una rosa sulla carta meno forte, e punta tutto sui singoli e sul pragmatismo; Inzaghi avverte invece la pressione, la sua corazzata non può e non vuole sbagliare. L’intenzione è quella di dare un segnale forte al campionato, l’obiettivo è lo scudetto. Per commentare Juventus-Inter, Galante, ex calciatore che in carriera ha vestito la maglia interista, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Vigilia del derby d’Italia. Da una parte l’Inter di Inzaghi, un bel calcio e tanta qualità; dall’altra la Juventus di Allegri, brutta ma cinica. Che cosa ti aspetti di vedere in campo?
“Ognuno sfrutta le sue armi al meglio, sia da una parte che dall’altra. Domani penso che sarà una sfida da tripla, in cui potrà succedere di tutto. In campo ci vanno grandi campioni, capaci di risolvere la partita in ogni momento. La Juve è una squadra solida, a cui Allegri ha dato un’identità. L’Inter ha una squadra fortissima e prosegue nel suo percorso di crescita ogni anno. Al di là di come andrà domani, si giocheranno fino alla fine il campionato con Milan e Napoli”.
Inserisci in corsa anche il Napoli nonostante le difficoltà del momento?
“Assolutamente, perché al di là del cambio dell’allenatore, il Napoli è una squadra forte, che ha perso solo Kim. Lo scorso anno hanno stravinto il campionato e quindi va inserito di regola in corsa, anche se in questo momento sono un po’ in ritardo. Mazzarri tra l’altro conosce alla perfezione l’ambiente e sono convinto che potrà fare bene. Siamo solo alla tredicesima giornata e non possiamo pensare, a oggi, che sarà lotta a due tra Juventus e Inter anche se è chiaro che siano leggermente avvantaggiate rispetto alle avversarie”.
Torniamo alla partita di domani, vista la rosa l’Inter è favorita oppure nel derby d’Italia non ci sono regole?
“Hai utilizzato il termine derby e io ho avuto la fortuna di giocare tante stracittadine, a Milano, a Torino e a Genova. Sono tutte partite molto tirate e particolari. Eppure Juventus-Inter lo è ancora di più, è una partita speciale, quella che Moratti sentiva di più in assoluto. Sulla carta, che però non è il campo, presi uno ad uno, i giocatori nerazzurri sono più forti di quelli bianconeri. Nella partita secca però subentrano tanti fattori diversi. Va presa in considerazione la condizione fisica, il momento, i singoli. Domani non c’è un favorito”.
Da una parte e dall’altra, chi può essere il più pericoloso?
“Lautaro è un leader, un capitano e sta facendo benissimo. I risultati dell’Inter però non dipendono solo da lui ma da un collettivo importante e non citare tutti in questo momento sarebbe una cattiveria. Thuram, Di Marco, Barella, ma anche Mkhitaryan e Calhanoglu, sono tutti giocatori importantissimi, che stanno facendo una stagione straordinaria. In casa Juventus invece son contento che abbiano ritrovato Chiesa che è un valore aggiunto anche per la Nazionale. Allegri però secondo me può fare molto affidamento anche a Vlahovic, Rabiot e Kean perché tutti possono essere decisivi. Ribadisco però che l’Inter, sulla carta, è più forte”.
Ti aspettavi questa consacrazione di Di Marco?
“Federico lo conosco personalmente ed è un ragazzo fantastico. Quando si dice senso di appartenenza, attaccamento alla maglia, ecco lui ne è l’esempio. Dà sempre tutto per l’Inter ed è migliorato tantissimo. È chiaro che sente grande fiducia e ha avuto la possibilità di giocare con continuità. Questo lo ha fatto crescere tanto. Sono contento per lui, persona eccezionale e grande interista. È cresciuto nel settore giovanile nerazzurro e questo rende tutto ancora più bello. Si merita tutto perché dà davvero l’anima”.