La grafologia, disciplina che studia la scrittura a mano per comprendere la personalità, può offrire approfondimenti unici sulla sfera emotiva e affettiva di un individuo.
Attraverso l’interpretazione dettagliata della calligrafia di Turetta, la grafologa forense Sara Cordella, ha parlato, tra le altre cose, di bulimia affettiva. Cos’è e come si manifesta?
Di cosa ha parlato la dottoressa Sara Cordella
Open è venuto in possesso di un documento firmato da Filippo Turetta, che tra poco sarà in Italia, e la grafologa forense Sara Cordella lo ha esaminato.
La dottoressa afferma: “Le lettere, appoggiate una all’altra, si sostengono per inerzia, diventando un corpo unico fatto di scatti inclinati a destra. È una scrittura inclinata a destra, ma con lettere strette. Così diventa una sindrome: quella di chi cerca l’altro solo al fine di inglobarlo a sé. La sindrome di chi soffre di bulimia affettiva, come se di amore, di affetto, di attenzioni non ci si potesse mai sfamare a sufficienza, come se ci si dovesse riempire fino al vomito, per poi ricominciare. La sindrome di una gelosia che è talmente assoluta e assolutoria, da sfociare in invidia, in una palla di gomma che più cerchi di affondare e più viene a galla“.
Cos’è la bulimia affettiva
La bulimia affettiva è una fame insaziabile d’amore, che si cerca di soddisfare fino a scoppiare, fino a vomitare, per poi ricominciare da capo, come si fa nella bulimia alimentare.
La bulimia è dipendenza affettiva dall’altro. Nelle relazioni, esiste una dipendenza sana, simile al bisogno di aria che respiriamo o di cibo che ingeriamo per vivere. Le relazioni sane fungono da fattore di crescita, invitandoci all’interdipendenza e offrendo l’opportunità di dare e ricevere.
Tuttavia, non tutte le relazioni sono prive di difficoltà, e possono verificarsi ferite reciproche, manifestando emozioni come rabbia, colpa, paura o vergogna. La chiave sta nell’imparare il significato della responsabilità ed essere consapevoli.
Se si soffre di bulimia affettiva, la relazione con il partner diventa una droga per soddisfare il bisogno di dipendenza.
La persona coinvolta può perdere gradualmente la sua libertà e autonomia, vivendo la relazione in modo ossessivo e compulsivo. Non si tratta di amore, ma di ossessione che si focalizza sulle relazioni, sul sesso, su sentimenti o fantasie, costringendo la persona ad agire per alleviare il malessere esistenziale.
Quando, però, la droga non produce più l’effetto desiderato, la sofferenza aumenta. Per cercare di colmare il vuoto esistenziale e sfuggire alle sensazioni spiacevoli, la persona ritorna alla “droga”, ovvero ritorna ad ingozzarsi di “affetto”.
Questa dipendenza affettiva conduce progressivamente a un circolo vizioso di sofferenza, di follia e distruzione.
Come si riconosce la bulimia affettiva?
Il riconoscimento della bulimia affettiva rappresenta una sfida, poiché l’oggetto della dipendenza non è una sostanza assunta come cibo, alcool o droghe. Tuttavia, come con le altre dipendenze, la persona perde gradualmente il controllo della propria esistenza, immergendosi in un mondo in cui il suo stato fisico, psichico, emotivo e spirituale si deteriora costantemente.
La bulimia affettiva e la dipendenza è altrettanto distruttiva psicologicamente e può manifestare sintomi fisici, oltre a portare chi ne soffre a trasgredire valori e limiti.
La vita inizia a deteriorarsi in tutti gli aspetti, compresa la sfera amorosa, familiare, sociale e professionale, generando sofferenze morali molto intense.
I sintomi della bulimia affettiva
La bulimia affettiva non è sempre facile da riconoscere. Perché per quanto diverse siano le persone, altrettanto diverso è il loro legame e il modo in cui vivono una relazione.
Se qualcuno costruisce tutta la sua vita attorno alla relazione e sembra incapace di esistere senza la persona amata, questi sono possibili segnali di allarme che indicano dipendenza emotiva. Purtroppo molte delle persone colpite non ne sono consapevoli. È quindi utile prestare attenzione ai seguenti segnali:
- la convinzione che senza il tuo partner non puoi essere felice o che la vita non avrebbe senso;
- la sensazione di vuoto quando l’altra persona non c’è;
- l’incapacità di rafforzare l’autostima da solo;
- il persistente bisogno di conferma da parte del tuo partner;
- la costante paura di essere rifiutati dall’altra persona;
- la sensazione di insicurezza senza il tuo partner;
- l’idealizzazione dell’uno o dell’altro;
- gelosia eccessiva e possessività nei confronti del proprio partner.
Le relazioni in cui un partner è emotivamente dipendente dall’altro sono spesso sbilanciate. La persona colpita ha costantemente bisogno di essere rassicurata e si chiede costantemente, ad esempio, se è ancora amata o se piace ancora all’altra persona.
Dover rassicurare costantemente può essere stressante. Allo stesso tempo, esiste il rischio che le persone emotivamente dipendenti manipolino il proprio partner o mettano a dura prova la relazione per paura di essere abbandonate.