USDC è la seconda stablecoin in ordine di importanza, alle spalle di Tether (USDT). Al momento si trova al 6° posto nella classifica di settore, con una capitalizzazione pari a oltre 24 miliardi di dollari statunitensi. Cifre che fanno capire in maniera abbastanza esauriente il rilievo che ha assunto nel corso del tempo all’interno della scena crypto mondiale. Andiamo quindi ad osservarla da vicino, in maniera da comprenderne appieno la portata.
USDC: di cosa si tratta
USDC è una stablecoin, ovvero un asset virtuale ancorato ad un bene reale, in questo caso il dollaro degli Stati Uniti. In pratica, per ogni dollaro tokenizzato ce ne deve essere uno reale depositato in un istituto bancario come collaterale, ovvero come garanzia per chi acquista USDC.
L’obiettivo che si propongono le stablecoin è proprio la stabilità. La loro quotazione non si discosta mai da quella del bene messo a garanzia. Nel caso di USDC, quindi, ogni token vale un dollaro, discostandosi da questa quota in maniera scarsamente significativa. A meno che non venga perso l’ancoraggio, un evento che ove non rimediato in tempi rapidi può avere conseguenze drammatiche sul token, sino al definitivo crac.
Da un punto di vista tecnico, USDC è un token ERC-20, ovvero nato sulla Ethereum Virtual Machine. Una scelta iniziale che si è rivelata vincente, in quanto proprio Ethereum è il maggior protagonista della Decentralized Finance (DeFi). Ne consegue che la stablecoin viene utilizzata in un gran numero di progetti legati a questo particolare settore, in continua crescita.
Chi c’è dietro USDC?
A promuovere USDC ci sono due veri e propri giganti, ovvero Circle e Coinbase. La prima è un’azienda di Boston che ha iniziato nel 2013 a proporre soluzioni finanziarie incentrate sull’innovazione, tra cui una piattaforma di pagamento P2P e una per il trading di criptovalute.
Coinbase è a sua volta l’exchange centralizzato più grande a livello planetario, che ha deciso di appoggiare Circle aderendo al varo di Centre, la società che si occupa dello sviluppo di USDC.
Proprio la presenza di queste due società alle spalle della stablecoin può essere considerata alla stregua di una garanzia assoluta. Ancora più importante alla luce di vicende come quella che ha interessato USDC all’inizio dell’anno, quando ha perso l’ancoraggio al dollaro USA. A provocarlo è stato il crac di Silicon Valley Bank, al cui interno erano detenuti 3,3 miliardi di dollari che fungevano da collaterale per la stablecoin.
Si tratta di una stablecoin sicura?
Nonostante la vicenda di SVB, che ha provocato panico poi rientrato tra gli investitori, USDC può essere considerata un asset sicuro, come può esserlo uno di carattere finanziario. A conferirgli sicurezza è proprio il fatto di essere regolamentato dalle autorità finanziarie degli Stati Uniti.
Centre, infatti, ha provveduto a firmare un accordo con il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN), dipendente dal Ministero del Tesoro, teso a sancire il suo rispetto della normativa Anti Money Laundering (AML). Inoltre partecipa ai programmi governativi tesi a impedire l’utilizzo delle sue strutture da parte di organizzazioni terroristiche. Gli utenti possono quindi essere sicuri che USDC operi in un quadro di assoluta legalità.
Dal punto di vista finanziario, il discorso muta in maniera notevole. Nonostante l’obbligo di garantire integralmente le risorse digitali emesse con asset reali, come visto nella vicenda di Silicon Valley Bank possono esserci imprevisti in grado di impedire la copertura integrale dei gettoni emessi. Un dato da tenere in conto, prima di optare per l’utilizzazione di USDC.
Prospettive di USDC
USDC non è nato per l’utilizzo nel trading di criptovaluta. In pratica non è possibile guadagnare dallo scambio dei token, come avviene per Bitcoin. Il suo andamento è legato a quello del dollaro: se il biglietto verde si apprezza cresce anche il valore del gettone corrispondente, se flette si deprezza anche il secondo.
Si tratta di un legame da valutare con molta attenzione, proprio alla luce del fatto che la forza del dollaro non è più così scontata come qualche anno fa. La sua quota all’interno del sistema monetario globale è in fase di costante diminuzione e i timori sullo stato delle finanze statunitensi crescono di giorno in giorno. Proprio per questo motivo occorre riflettere con attenzione, prima di optare per l’acquisto di USDC.