Il 9 ottobre Kittiya Thuengsaeng era stata informata della possibile morte del suo compagno Wichai Kalpat, cittadino thailandese trasferitosi in Israele per lavoro che mancava all’appello dopo il 7 ottobre: lei aveva già pubblicato il necrologio per la morte di Wichai, poi venerdì sera la donna ha riconosciuto il compagno in un’auto che trasportava gli ostaggi di Hamas dal confine a un ospedale israeliano.

Israele, donna thailandese scrive il necrologio al compagno, poi scopre che è stato liberato

Dopo la notizia del 9 ottobre, Kittiya non ha mai spesso di sperare di rivedere il proprio compagno, dal momento che il suo nome non figurava nell’elenco ufficiale dei morti dell’attacco del 7 ottobre. Nel frattempo, comunque, la donna aveva pubblicato numerosi messaggi sui social esprimendo il proprio dolore per la presunta l’uomo che avrebbe dovuto sposare l’anno prossimo.

La settimana scorsa è arrivata una notizia che dato nuova speranza a Kittiya: Wichai era tra i 26 cittadini tailandesi tenuti in ostaggio a Gaza. E venerdì, finalmente, l’uomo è stato rilasciato. In un’intervista alla “Bbc” Thuengsaeng ha raccontato, facendo trapelare l’emozione, il momento in cui lo ha riconosciuto il compagno in video e ha aggiunto: “Voglio che recuperi, anche mentalmente, e poi potrà tornare in Thailandia. Posso aspettarlo. Ho aspettato tanto, posso aspettare ancora un po‘”.

Il ministero degli Esteri tailandese ha fatto sapere che i cittadini rilasciati saranno posti sotto osservazione medica per 48 ore dopo essere stati trasferiti in un ospedale israeliano. 

Cittadini tailandesi particolarmente colpiti dalla guerra Israele-Hamas

I cittadini tailandesi sono stati colpiti in modo significativo dai fatti che hanno seguito il 7 ottobre, dal momento che circa 30.000 di loro si trovavano in Israele per lavoro, principalmente nel settore agricolo. Tra questi si menzionano qui Boonthom Pankhong, 39 anni, da 5 in Israele, e la sua ragazza, Natthawaree Mulakan, entrambi rilasciati venerdì da Hamas. La famiglia Pankhong ha commentato con le seguenti parole la notizia del rilascio:

La nostra famiglia soffre da più di un mese, ma non abbiamo mai pensato che fosse morto. Credevamo fermamente che fosse ancora vivo.

Molte altre famiglie stanno ancora aspettando con ansia di sapere se i familiari in Israele sono già stati rilasciati o meno. Thongkoon Onkaew, madre di Natthaporn Onkaew, un contadino di 26 anni, ha parlato l’ultima volta con suo figlio il 7 ottobre e da allora non ha più saputo niente.