L’amore infinito per il calcio lo ha portato a girovagare per tutta Italia, in lungo e in largo, per oltre trent’anni. Dino Fava gli ha dedicato una vita e non si è ancora stancato. Attaccante testardo ma umile, che in carriera ha segnato a portieri del calibro di Peruzzi, Toldo, Dida e Pellizzoli, e che è stato capace di dribblare Buffon e Marchegiani. Dalla Serie A fino alle categorie dilettantistiche, il suo percorso è stato una continua montagna russa. Importante il passaggio alla Salernitana, club con cui ha giocato per 3 stagioni sotto la guida di mister Castori. Per commentare il ritorno del campionato e nel dettaglio Salernitana-Lazio, fava è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Salernitana-Lazio, Fava a Tag24
Torna il campionato, torna la Serie A. A riaprire i battenti ci penseranno Salernitana e Lazio che domani si affronteranno allo stadio Arechi, con fischio d’inizio alle ore 15.00. La squadra di Sarri vuole ripartire con il piede giusto, consapevole di dover trovare quella continuità sconosciuta fino a questo momento, per rilanciarsi in corsa Champions. Dall’altra parte però, anche per Inzaghi non c’è più tempo da perdere. 12 partite e 5 punti, frutto di 5 pareggi. Ancora nessuna vittoria, un allenatore esonerato, un bomber da ritrovare e l’inizio di un nuovo percorso: non è stato di certo semplice l’avvio di stagione dei granata che ora dovranno provare a cambiare marcia. Per commentare Salernitana-Lazio, Fava, attaccante che con i campani ha vissuto dal 2008 al 2011, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Torna in campionato e domani si riparte con Salernitana-Lazio, cosa ti aspetti?
“Non è facile in questo momento giocare contro la Lazio. La squadra di Sarri sta attraversando un periodo particolare perché alterna partite bellissime a gare molto strane e sottotono. Spero che la Salernitana riesca ad approfittarne e vincere perché ha assoluto bisogno di fare punti”.
Tante difficoltà incontrate dai granata in questa prima parte di stagione, cosa è successo?
“Cosa è successo lo possono sapere soltanto all’interno della società. Mi auguro che lo spogliatoio non sia spaccato, come spesso sento dire. Se così fosse diventa complicato e quando le cose non funzionano internamente la società può comprare chi vuole, ma se non c’è unità d’intenti i risultati non arrivano. Per vincere, il gruppo deve essere coeso e devono remare tutti nella stessa direzione. La differenza tra la salvezza e la retrocessione sta tutta qui a mio avviso”.
Inzaghi pensi possa cambiare le sorti di questa stagione?
“Quando capitano stagioni così il primo a rimetterci è sempre l’allenatore. Dare una svolta non sarà facile, ma mi auguro lui possa riuscirci. Ha giocato tantissimi anni a calcio, conosce bene le dinamiche interne e per questo potrebbe essere agevolato. Prima di tutto dovrà far sì che questa squadra ritrovi fiducia e poi dovrà creare un gruppo unito, come d’altronde dicevo anche prima. Se ci potrà riuscire oppure no, è presto per dirlo”.
Caso Dia, quanto sarebbe importante recuperarlo e pensi possa tornare ad essere il calciatore visto lo scorso anno?
“Magari tornasse quello dello scorso anno. Me lo auguro io e se lo augurano soprattutto i tifosi della Salernitana. Deve riprendere a fare gol. La cosa difficile in Serie A non è tanto fare bene una stagione, ma confermarsi. Mi auguro davvero che lui possa tornare quello dello scorso anno e che possa sbloccarsi prima possibile, soprattutto mentalmente. L’attaccante è un ruolo particolare perché quando non riesci a fare gol e non riesci a giocare bene, diventa tutto più difficile”.
Cosa devono temere di più i campani della Lazio?
“La Lazio quando gioca a calcio fa paura. Sarri ci ha fatto vedere un calcio bellissimo in determinate circostanze. Lì davanti tra l’altro i biancocelesti hanno una qualità impressionante ed è chiaro che fermarli non sarà semplice. La Salernitana secondo me dovrà stare davvero molto attenta”.
In che rapporti sei rimasto con l’ambiente e qual è stata la tua soddisfazione più grande?
“Quando ho giocato a Salerno mi sono trovato benissimo e la cosa che ti posso garantire è che per questa maglia ho sempre dato l’anima. Sono uscito dal campo a testa alta, in ogni partita, consapevole di aver fatto il massimo. Ho abitato in centro a Salerno e ho sempre avuto un rapporto bellissimo con la gente. Purtroppo non ho fatto tantissimi gol, anche a causa di alcuni infortuni che mi hanno condizionato il percorso. Sono rimasto con tutti in bellissimi rapporti”.