La Commissione europea ha finito le proprie valutazioni in merito al Piano di ripresa e resilienza, recentemente modificato dall’Italia rispetto a quello originale. La proposta che ha ricevuto l’assenso europeo comprende 150 investimenti e riguarda 66 differenti riforme, per una cifra economica complessiva pari a 194,4 miliardi di euro. Di questi, 122,6 miliardi sono elargiti in prestiti mentre 71,8 miliardi sono in sovvenzioni).

Revisione del Pnrr: dovranno essere condotte 66 riforme

Sono diverse le novità richieste dall’Italia e approvate dall’Unione europea a proposito del piano. L’obiettivo dei nuovi aspetti introdotti è quello di rafforzare i settori chiave: in particolare il riferimento va a giustizia, appalti pubblici e diritto alla concorrenza. Non mancano aspetti riguardo alla transizione verde e digitale, con massicci investimenti nelle energie rinnovabili, nelle filiere verdi e le ferrovie.

Lollobrigida: “Raddoppiati i fondi per l’agricoltura”

Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (negli ultimi tempi al centro di una polemica riguardo il Frecciarossa), Francesco Lollobrigida, ha evidenziato come il nuovo piano raddoppi i fondi all’agricoltura. Le parole arrivano dal forum internazionale del turismo di Baveno, sul lago Maggiore, dove è presente anche la ministra del turismo, Daniela Santanchè.

“Oggi annunceremo che abbiamo raddoppiato i fondi del Pnrr per l’agricoltura passando da 3,6 miliardi a praticamente il doppio, sull’agrisolare e sulle filiere di produzione che garantiscono questi prodotti. Sarà una notizia molto rilevante che va incontro all’interesse del mondo dell’associazionismo, del territorio e dell’offerta anche a disposizione del turismo.

Gli Stati generali non li facciamo oggi che siamo al governo e io ringrazio Daniela (Santanchè) di aver proseguito in maniera ufficiale quella stagione che ci ha visto negli ultimi dieci anni, ogni anno, svolgere degli Stati generali che ci mettevano in contatto con le esigenze reali del Paese.

Non li facevamo solo per il turismo, li facevamo per l’agricoltura e per altri ambiti economici della nostra nazione. Contavamo che il rapporto dovesse essere costante, raccogliere suggerimenti quando si sta all’opposizione per contribuire agli interessi nazionali. È quello che vorremmo oggi anche dall’opposizione: lavorare insieme per difendere il sistema Italia nel suo complesso“.