Un tribunale della Corea del Sud ha deciso di condannare lo Stato del Giappone al risarcimento di un gruppo di 16 donne sudcoreane, “le schiave sessuali”, che furono costrette a prostituirsi durante la Seconda Guerra da parte dell’esercito nipponico.

Corea del Sud condanna il Giappone al risarcimento per le donne costrette a prostituirsi

La Corea del Sud ha condannato il Giappone al risarcimento delle “schiave sessuali”, ossia le donne che durante la Seconda Guerra Mondiale furono costrette dallo Stato nipponico a prostituirsi. La sentenza arriva direttamente dall’Alta Corte di Seoul, che ha disposto un risarcimento di danni per un totale di 141 mila euro per ciascuna vittima, corrispondenti a circa 200 milioni di won.

Si tratta d un gruppo di 16 donne di nazionalità coreana che durante l’epoca del grande conflitto furono costrette alla schiavitù sessuale. La Corte di Seoul ha sancito che le vittime:

“Erano state rapite con la forza e costrette alla schiavitù sessuale, subendo gravi danni e non erano più in grado di condurre una vita normale dopo la guerra”.

La sentenza dell’Alta Corte rovescia il destino della questione delle “schiavi sessuali”: il dibattimento attraverso il processo aveva visto nel 2021 vincere il Giappone, dopo la decisione di un tribunale coreano che proibiva al governo nazionale di perseguire i fatti compiuti dallo Stato nipponico.

Lo scandalo delle “schiave sessuali” durante la Seconda Guerra Mondiale

Tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento il Giappone si macchiò dello scandalo delle “schiave sessuali”: lo Stato obbligò un numero imprecisato di donne provenienti dalla Corea e da Taiwan – sulle quali al tempo godeva dell’egemonia coloniale – a prostituirsi nei bordelli pensati per i militari, reiterando la dinamica anche durante la Seconda Guerra Mondiale.

Le donne erano state in pratica costrette a prostituirsi, diventando delle schiavi sessuali alla mercé dei soldati. L’intento dietro la decisione del Giappone era quello di portare “conforto” e fornire compagnia ai militari. La questione delle “schiave sessuali” resta ancora oggi grande fonte di attrito tra il Giappone, Taiwan e la Corea del Sud.

Nel 1965 i governi del Giappone e della Corea del Sud si erano accordati per risolvere la questione attraverso dei pagamenti in denaro: all’epoca la Corea convinse il Giappone a stanziare dei finanziamenti per favorire lo sviluppo dell’economia del Paese invece di risarcire individualmente le vittime degli abusi sessuali, lasciando le donne senza niente.

Ecco due approfondimenti sulla Corea del Sud riguardo la visita di stato del Presidente Mattarella e l’incontro con il Giappone per la “questione” Corea del Nord.