Per le europee 2024 «stiamo aspettando un barlume di vita da parte di Forza Italia»: con queste parole Stefano Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, rilancia l’apertura del partito ai forzisti in un’intervista concessa ad Eleonora Perego per Affariitaliani.it.

L’approssimarsi delle elezioni previste per il rinnovamento del Parlamento europeo il prossimo giugno impone ai partiti di tirare, quanto prima, le somme delle possibili alleanze.

Il partito guidato da Stefano Bandecchi non ha, in questo senso, mai nascosto la possibilità di correre da solo, forte della grande attenzione che circonda la proposta politica di AP.

Dall’altro canto, come sottolinea il coordinatore nazionale del partito, esiste un importante spazio di dialogo tra Forza Italia e Alternativa Popolare, dato che entrambe le formazioni appartengono alla grande famiglia politica del Partito Popolare Europeo.

Elezioni europee 2024, Bandecchi (AP): “Alternativa Popolare ci sarà, da sola o in alleanza”

Il messaggio lanciato da Stefano Bandecchi è, dunque, chiarissimo: Alternativa Popolare è pronta a correre alle prossime elezioni europee del giugno 2024. Da soli o in alleanza, poco importa.

Come si evince dall’intervista rilasciata dal coordinatore nazionale di AP ad Affariitaliani, infatti, c’è un’ampia disponibilità al dialogo con Forza Italia, anch’essa appartenente al Ppe.

Se tuttavia non dovesse verificarsi un’intesa con il partito guidato oggi da Antonio Tajani, Alternativa Popolare ha già un progetto che porterà alla presentazione di liste autonome per questa importante competizione elettorale.

Legge di bilancio, Bandecchi: “Da Meloni mi aspettavo visione. Il Paese non è cresciuto grazie al Governo”

Insieme alle prospettive per le prossime europee 2024 Stefano Bandecchi non perde l’occasione di avanzare una lucida analisi della situazione presente.

Il riferimento, in particolare, è all’imminente approvazione della manovra di bilancio, aspramente criticata da Bandecchi per la sua «mancanza di visione».

Secondo il sindaco di Terni, infatti, la legge finanziaria del governo Meloni manca di quell’indirizzo politico che sarebbe necessario a imprimere una direzione allo sviluppo dell’Italia nei prossimi anni.

Mancando di questo elemento, tuttavia, la legge presentata dal Governo, non è altro che una serie di misure tecniche che non avranno alcun impatto nella crescita del Paese.

Proprio in riferimento alla crescita del Paese, peraltro, Bandecchi richiama il discorso con cui ieri la premier Meloni ha rivendicato i buoni risultati ottenuti dalla nostra economia nell’ultimo anno, in coincidenza con la sua azione di Governo.

Secondo il sindaco di Terni, infatti, le cose non stanno affatto così: i meriti della crescita non sono infatti dell’esecutivo, ma del «buon senso degli italiani» con la loro capacità imprenditoriale.

Riforma costituzionale, Bandecchi: “Il premierato si basa su una bugia”

Una bocciatura sonora dell’azione del Governo arriva da Bandecchi anche sul premierato. La riforma costituzionale targata Casellati, infatti, è per il sindaco di Terni «basata su una grande bugia, quella della stabilità politica».

Secondo Bandecchi, infatti, il sistema elettorale maggioritario che ha caratterizzato l’Italia negli ultimi trent’anni ha già garantito una maggior durata dei governi. Non per questo, tuttavia, si è avuta una crescita del Paese, passato anzi essere «dalla quinta potenza industriale all’essere la sedicesima».

Salario minimo o reddito di cittadinanza? Per Bandecchi la risposta è il ‘lavoro di cittadinanza’

Nell’intervista rilasciata a Eleonora Perego Stefano Bandecchi rilancia, infine, la sua proposta del ‘lavoro di cittadinanza‘ come strumento per garantire un reddito a chi si è trovato al di fuori del mercato del lavoro conferendogli allo stesso tempo dignità.

Offrire un lavoro a una persona – e non solo del denaro – significa permettergli di stare meglio e, di conseguenza, di dare maggior benessere a tutta la comunità.

Un’idea, dunque, pratica e semplice da realizzare per dare risposte ai problemi del mercato del lavoro italiano e alle esigenze dei Comuni che potrebbero con questa nuova forza lavoro meglio rispondere al bisogno di servizi della comunità.

Indagine Unicusano, Bandecchi: “Nessuno ci ha ancora spiegato perché siamo indagati”

Relativamente all’indagine che attualmente riguarda l’Unicusano, Bandecchi non si sottrae ad alcuna domanda continuando a ribadire, anzi, la sua tranquillità circa il sequestro operato dalla Guardia di Finanza. Anche perché, a un anno dai fatti, ancora nessuno è stato in grado di spiegare perché l’Università sarebbe indagata: non a caso, come sottolinea Bandecchi, «strada facendo sono cambiati i capi di imputazione».

In realtà ancora oggi non ho capito esattamente per cosa sono indagato. L’università Niccolò Cusano non sarebbe un’università. Ma allora come mai attualmente ci sono 60 mila studenti che stanno studiando, prendono una laurea regolarmente valida, e 350 professori che prendono lo stesso stipendio di altri atenei? E perché rispondiamo al MIUR?