Stratis è un progetto rivolto a chi intende costruire un’applicazione decentralizzata o una blockchain partendo da zero senza un eccessivo impegno in termini finanziari e di tempo. Per offrire una risposta in tal senso fornisce un servizio analogo al cloud computing, noto come Blockchain as a Service (BaaS), che consente agli sviluppatori Microsoft di distribuire le proprie dApp e le sidechain senza alcuna necessità di impegnare troppo spazio per ospitare dati. Gli strumenti proposti da Stratis prevedono l’impiego di C#, un linguaggio di programmazione molto popolare.
Cos’è Stratis e cosa si propone
Stratis è una blockchain basata sull’utilizzo di un meccanismo di consenso Proof-of-Stake, il quale rende più facile per gli sviluppatori la creazione di blockchain e applicazioni decentralizzate. Per rendere possibile questa opportunità, mette a disposizione degli interessati API (interfacce di programmazione delle applicazioni) in C# e altri framework familiari, a partire da Microsoft.NET.
Gli sviluppatori sono così messi in condizione di condurre a fondo il proprio lavoro sulla piattaforma e sul framework Bitcoin Full Node C# di Stratis, noto come Nstratis, mantenendo l’ancoraggio dei programmi alla catena principale, ritagliandosi in tal modo maggiore sicurezza ed efficienza.
Il tutto avviene in un quadro di estrema semplicità, tale da bypassare quelle difficoltà collegate alla tecnologia blockchain che tengono lontane molte persone. Gli sviluppatori, infatti, non devono sprecare tempo nell’apprendimento di linguaggi nativi e sono in grado di procedere immediatamente nel proprio lavoro.
In tal modo Stratis permette a individui e organizzazioni l’implementazione della propria blockchain senza dover sostenere le spese collegate. Si può infatti scaricare il nodo completo e quindi aggiungere qualsiasi modulo da Github. Sono anche previsti livelli elevati di privacy, grazie all’integrazione tra il proprio wallet Breeze e il mixer TumbleBit.
L’importanza di Blockchain as a Service
Il cuore del sistema è rappresentato da Blockchain as a Serivce (BaaS), un servizio il quale consente di bypassare le difficoltà collegate alla mancanza di spazio sul personal computer degli sviluppatori.
La funzionalità offerta da Stratis permette loro di testare e distribuire le blockchain e le applicazioni decentralizzate dal cloud. In tal modo è possibile ottenere la necessaria scalabilità temporanea e a costi contenuti. Considerati i costi collegati all’archiviazione dei dati si tratta di un vantaggio di non poco conto per le aziende intenzionate ad entrare nel settore dell’innovazione finanziaria, ma frenate dagli eccessivi costi che esso comporta.
A questa prima caratteristica di spicco Stratis ne aggiunge poi un’altra, che può risultare decisiva per le realtà in questione. Le aziende e i privati intenzionati a lanciare una Initial Coin Offering tesa a reperire le risorse finanziarie necessarie per lo sviluppo dei propri progetti, possono utilizzare Stratis per farlo.
Chi opta per questa possibilità può vendere i propri token in cambio di valuta fiat e di asset virtuali come Bitcoin, STRAT (il token nativo del sistema) e altre 50 criptovalute. Operazione che è resa vantaggiosa soprattutto dall’assenza di costi di commissione altrimenti collegati a questo genere di operazioni.
Le prospettive di Stratis
Stratis ha destato molto interesse sin dal suo esordio. Lo scopo che si ripromette è quello di avvicinare il maggior numero di persone alla blockchain, rendendo facile l’approccio. Inoltre non si rivolge esclusivamente ad essi, prefigurando la possibilità di guadagnare mediante lo staking e l’implementazione di Masternode.
Il fatto di basare la sua architettura su quella di Bitcoin, sostituendo il Proof-of-Stake al Proof-of-Work, gli permette inoltre di abbattere i consumi, sottraendosi alla discussione sulla dannosità ambientale del mining di BTC.
Una serie di caratteristiche che non a caso hanno permesso più volte a Stratis di provare il decollo, senza però riuscire a condurlo a termine. Cosa che potrebbe invece riuscire nell’immediato futuro, soprattutto in considerazione del quarto halving di Bitcoin, il quale potrebbe riversarsi su tutte le criptovalute ad esso collegate.