In diverse regioni della Cina, specialmente a Pechino e Liaoning, è scattato un allarme a causa di un’epidemia di polmonite. A darne notizia è stato ProMed, lo stesso sistema di monitoraggio che quattro anni fa aveva lanciato l’allarme iniziale sul nuovo coronavirus, sottolineando un incremento di focolai tra i bambini che sta mettendo sotto pressione il sistema sanitario cinese. Questa è la situazione attuale e le ipotesi finora formulate riguardo a questa nuova ondata di casi.
Epidemia polmonite bambini in Cina
Secondo quanto riportato da ProMed, si tratta di una forma di polmonite non ancora identificata nei bambini, caratterizzata da febbre alta e la presenza di noduli polmonari, senza altri sintomi tipici come la tosse.
Questa malattia sta sovraccaricando gli ospedali e ha portato alla sospensione delle attività scolastiche in molte istituzioni. Un primo sospetto formulato dall’epidemiologo statunitense Eric-Feigl-Ding indica il Mycoplasma pneumoniae come possibile colpevole, un batterio associato a malattie dell’apparato respiratorio.
Definita dall’esperto come “walking pneumonia”, termine usato per descrivere una forma atipica di polmonite, questa condizione si manifesta solitamente come un’infezione lieve (mal di gola, stanchezza, tosse, febbre moderata) che permette di continuare le normali attività quotidiane senza necessità di ricovero ospedaliero (da qui il termine “walking”, camminare). Tuttavia, la preoccupazione principale è che questa malattia possa evolversi e trasformarsi in una forma più grave di polmonite.
Le similitudini col Covid
Come un anno fa, quando il coronavirus, l’influenza e il virus respiratorio sinciziale minacciavano simultaneamente molte nazioni, tra cui Europa e Stati Uniti, la Cina ha recentemente sospeso la politica “Zero Covid” all’inizio di quest’anno. Di conseguenza, si sono verificate sporadiche epidemie di influenza, micoplasmi e broncopolmoniti.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, uno studio ha evidenziato che il Mycoplasma pneumoniae era stato mantenuto sotto controllo in Cina per quasi due anni grazie alle misure adottate contro il nuovo coronavirus. L’attuale aumento dei casi potrebbe essere una diretta conseguenza della revoca delle restrizioni post-pandemiche.
Zhou Huixia, direttore del Children’s Medical Centre del Seventh Medical Center of the Chinese Pla General Hospital, ha commentato in un articolo di fine ottobre del China Daily che questa è la prima ondata di infezioni da Mycoplasma pneumoniae da quando la maggior parte delle misure di contenimento contro la Covid è stata revocata all’inizio dell’anno. L’aumento dei casi ha sollevato l’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha richiesto ufficialmente alla Cina informazioni più dettagliate.
La richiesta dell’Oms
L’OMS sta indagando: ha chiesto dati epidemiologici e clinici, oltre ai risultati di laboratorio. In particolare, poiché le autorità cinesi avevano già notato un aumento delle malattie respiratorie il 13 novembre, attribuendo questo incremento alla revoca delle restrizioni per la Covid-19 e alla circolazione di agenti patogeni come influenza, Mycoplasma pneumoniae, virus respiratorio sinciziale e nuovo coronavirus, non è chiaro se i focolai segnalati da ProMed siano legati a quest’aumento o siano eventi distinti.
L’OMS ha espresso l’interesse a ottenere ulteriori informazioni sulle tendenze recenti riguardo alla circolazione di agenti patogeni noti, inclusi influenza, Sars-Cov-2, Rsv e Mycoplasma pneumoniae, nonché sul carico attuale sul sistema sanitario.