Quanto conviene la nuova pensione a quota 103, rivista dalla legge di Bilancio del 2024, rispetto a quella anticipata di soli contributi? A trarne delle prime previsioni è l’Ufficio parlamentare di Bilancio che, in audizione sul disegno di legge di Bilancio all’esame del Senato, ne ha sottolineato il particolare indirizzamento per le uscite degli uomini rispetto alle donne, ma in generale con ridotte possibilità in più di pensionamento.
Considerando la differenza con la pensione anticipata di soli contributi e l’aumento delle finestre mobili di uscita della nuova legge di Bilancio, la convenienza si assottiglia a pochissimi mesi di lavoro in più. Una misura che non riscuote particolari attenzioni neppure per quanto concerne il bonus “Maroni”, l’incentivo destinato a chi abbia maturato i requisiti di uscita per rimanere a lavoro. Se non si hanno particolari necessità di liquidità, il bonus diventa abbastanza marginale nella scelta tra uscire subito o rimandare, rimanendo a lavoro.
Su un punto, tuttavia, la quota 103 sembrerebbe chiarire le intenzioni del governo, ovvero su quella che sarà la legge organica di riforma delle pensioni: tutti i pensionamenti saranno ricalcolati con il metodo contributivo, annullando i vantaggi accumulati da chi abbia anni di lavoro entro il 31 dicembre 1995 con il sistema retributivo o misto.
Pensioni quota 103, quanto convengono rispetto alle anticipata? Ricalcolo contributivo, finestre e bonus rinvio uscita
Prime analisi sulla nuova pensione a quota 103, la misura previdenziale rivista dal governo nella legge di Bilancio 2024 per i lavoratori con età di 62 anni unitamente a 41 anni di contributi versati. Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio, la nuova quota 103 amplierà solo marginalmente le possibilità di pensionamento anticipato e sarà destinata principalmente agli uomini, per varie ragioni.
Innanzitutto, l’incremento delle finestre mobili (da tre a sette mesi per i lavoratori del settore privato e da sei a nove mesi per quelli del pubblico impiego), assottiglia le differenze con le pensioni anticipate di soli contributi, avvantaggiando principalmente le donne.
Pensione quota 103 o anticipata, quale conviene?
Da un punto di vista di sola uscita anticipata per chi raggiunga nel 2024 i 41 anni di contributi, l’Ufficio parlamentare di bilancio calcola che, con la quota 103, le donne usciranno sei mesi prima se appartenenti al settore privato e quattro mesi prima per quelle del pubblico impiego, mentre gli uomini avranno un risparmio di anni di lavoro pari a un anno e quattro mesi per quelli del pubblico impiego e di un anno e sei mesi per quelli del privato.
La differenza, dunque, porta ciascun lavoratore a ragionare bene se accettare di uscire con quota 103 o se lavorare qualche mese in più per uscire con 41 anni e dieci mesi con la pensione anticipata (per le donne) o con 42 anni e dieci mesi per gli uomini.
Bonus per chi rimanda uscita e prossimi interventi previdenziali
Tra l’una e l’altra misura di pensione anticipata balla una manciata di mesi di contributi che dovranno essere rapportati anche con l’assegno di pensionamento. Con la nuova quota 103 l’Inps ricalcolerà la pensione tutta con il metodo contributivo, anche se i lavoratori provengono dal meccanismo misto, contenente anni di contributi versati nel retributivo. Ciò determinerà assegni di pensione più bassi anche di chi sia uscito nel 2023 con la stessa misura di quota 103.
Il ricalcolo della pensione sembrerebbe la via maestra anche delle pensioni dei prossimi anni, ovvero delle misure che il governo introdurrà in una futura legge di riforma nella quale le pensioni anticipate avranno requisiti comuni tra chi ha iniziato a lavorare prima o dopo il 31 dicembre 1995.
Infine, non sembrerebbe trarre particolare interesse il bonus “Maroni”, il premio spettante ai lavoratori che rimandino la pensione pur avendo maturato i requisiti per la quota 103. L’Ufficio parlamentare di Bilancio rileva che il bonus non abbia convenienze particolari se il lavoratore non abbia bisogno di liquidità immediata.