Alle europee “non mi sono data soglie ideali sul risultato di lista, l’asticella che dobbiamo cercare di alzare e’ quella della partecipazione al voto”. “A me interessa che noi proviamo a recuperare li’ la fiducia delle persone: se non partecipano, altri faranno scelte che ricadono sulle loro vite”, ha aggiunto Elly Schlein, la segretaria dem che sta cercando a tutti i costi di rifarsi l’immagine in vista delle elezioni. Sa benissimo che a giungo dell’anno prossimo si gioca tutto il suo futuro politico. La speranza, condivisa con i big del Nazareno che gli hanno consentito di arrivare alla segreteria del a cominciare da Dario Franceschini, era di arrivare al 30% sperando nel logoramento delle forze della maggioranza dovuto alla difficoltà di governare il paese. Insomma, l’obiettivo era di arrivare ad essere la prima forza politica italiana Angel europee serve faticare troppo ma sperando semplicemente nel logoramento del centrodestra. Ma così non sarà. Ora i dem si accontenterebbero anche di un ben più modesto 25%. E già sarebbe una successo per la Schlein inchiodata dai sondaggi a meno del 20%. E qui entra in gioco il tema dell’asticella. Perché sotto la soglia psicologica del 20% è già pronto a precetto il PD Stefano Bonaccini che le elezioni per la segreteria per aveva pure vinte, ma solo quelle interne al partito, tra gli iscritti. E gli altri tre del centro-sinistra, Renzi Calenda e Conte che fine hanno fatto? Non pervenuti, troppo impegnati a litigare. Della rottura tra Renzi e Calenda si è parlato fin troppo. Renzi ormai non viene nemmeno più considerato in quota centrosinistra ma di lui si parla alla stregua di un politico di centrodestra. Nessuno nei centrosinistra pensa più a lui come al un possibile alleato. Il centrosinistra del futuro sarà a tre punte non a quattro. Un campo largo anche se non larghissimo. Matteo Renzi terrà come consuetudine politica le mani libere e vedrà all’ottimo momenti cosa gli converrà fare. Intanto, gli altri tre hanno finalmente cominciato a sentirsi a vedersi (anche riservatamente) con una certa continuità. Hanno finalmente capito che se il governo Meloni dovesse cedere di schianto sotto la spinta di una crisi economica o delle tensioni geopolitiche debbono farsi trovare pronti. Annusano l’aria e cominciano a capire che il vento è cambiato. L’effetto Meloni è finito da un pezzo.
Elly Schlein punta a rinsaldare i rapporti con Giuseppe Conte e Carlo Calenda
Elly Schlein conferma: ci sentiamo spesso con Giuseppe Conte, con Carlo Calenda, “abbiamo fatto insieme un lavoro sul salario minimo, spero che si riesca a trovare un accordo anche sulla sanita’ pubblica”. “L’alleanza non costruisce nelle formule astratte ma sui temi concreti”, ha aggiunto. Passi in avanti rispetto al nulla che aleggiava sul centro-sinistra fino a qualche settimana fa.
Intanto Bonaccini, che punta alla segreteria PD si sfila dalla sua possibile candidatura alle europee. Il motivo è che non vuole condividere la sconfitta e tenersi le mani libere per il “post”. “Il tema non e’ quello di avere Elly candidata o meno, la decisione che spettera’ a lei. Il punto su cui siamo entrambi impegnati insieme a tutto il Pd e avanzare una proposta per l’Europa che tolga il nostro Paese dall’isolamento in cui questa testa la cacciato su tutti i principali temi” dice il governatore dell’Emilia Romagna. Ma alla domanda “lei sarebbe disposto a candidasi alle europee?”, la risposta è in puro stile democristiano: “In questo momento c’e’ una sola priorita’ per me e si chiama Emilia-Romagna”. Come dire, cara Elly vai a perdere da sola.