Difensore centrale roccioso prima, allenatore caparbio e talentuoso poi. Stefano Colantuono di gavetta ne ha fatta parecchia e ha dovuto schivare colpi bassi e superare tanti ostacoli, prima di farsi largo anche in Serie A. La sua esperienza in panchina parte proprio nello stesso spogliatoio in cui chiude la carriera da calciatore: la Sanbenedettese di Luciano Gaucci. Poi il Catania e il Perugia, prima di approdare a Bergamo, per quella che sarà una delle esperienze più importanti della sua vita. Con l’Atalanta vive due stagioni, dal 2005 al 2007, per poi tornarci dal 2010 al 2015. Per commentare l’esordio di Mazzarri in Atalanta-Napoli, Colantuono è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Atalanta-Napoli, Colantuono a Tag24

Il countdown è iniziato, la Serie A sta per tornare. Archiviati gli impegni con le Nazionali adesso la testa torna rapidamente al Campionato e nella giornata di sabato, gli occhi saranno tutti puntati sul Gewiss Stadium dove mister Mazzarri esordirà con il suo nuovo ma vecchio Napoli. L’Atalanta non è certo un cliente facile da affrontare, ma gli azzurri saranno chiamati a dare una svolta alla stagione. Per farlo, il presidente De Laurentiis ha deciso di allontanare Garcia, affidandosi al passato, ma ora la squadra non ha più alibi e deve tornare ad essere la schiacciasassi che lo scorso anno ha vinto lo scudetto. Per commentare il ritorno di Mazzarri e l’esordio in Atalanta-Napoli, Colantuono, ex calciatore e allenatore che nel corso della sua carriera è stato seduto anche sulla panchina della Dea, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tag24.

Mazzarri si prepara all’esordio, che cosa può dare il mister a questo Napoli?

“Mazzarri è un allenatore di grande esperienza e che conosce molto bene la piazza, avendola già vissuta e con ottimi risultati. Penso che possa essere la persona giusta, in questo momento, per rilanciare le ambizioni del Napoli, visto e considerato che è una squadra comunque molto competitiva”.

Una squadra che può tornare anche in lotta scudetto?

“Questo non dipenderà solo da Napoli. In questi casi bisognerà vedere prima di tutto il percorso delle squadre davanti. È normale che se continuano a non perdere colpi diventa difficile, ma il campionato è ancora lungo e c’è anche il tempo per recuperare. Subentreranno le competizioni europee in cui, tolta la Juventus, tutte, compresa la squadra di Mazzarri, saranno impegnate. Andando avanti potrebbero perdere energie e nell’eventualità, il Napoli ne potrebbe approfittare riaffacciandosi nelle zone più importanti della classifica”.

La qualità tecnica del Napoli è indiscutibile, Mazzarri avrà lavorato più sulla testa in queste due settimane?

“Penso proprio di sì, avrà lavorato sull’autostima e su quello che questi giocatori sono riusciti a fare fino a qualche mese fa. La vittoria dello scudetto è arrivata la scorsa stagione, non sono di certo passati secoli e la qualità della squadra è rimasta la stessa. Tra l’altro lo hanno vinto agevolmente. Penso che lui abbia dovuto ricompattare l’ambiente, fargli ritrovare fiducia e dovrà recuperare alcuni giocatori, sia a livello fisico che tecnico, che sono mancati in questa prima parte di campionato”.

L’esordio sarà con l’Atalanta, squadra difficile da affrontare…

“L’Atalanta è complicata da affrontare per tutti. È una squadra che fa un bel calcio, particolare, fatto di ritmo e aggressività. Tutti si conoscono bene, da tanti anni lavorano con lo stesso allenatore e hanno un sistema di gioco e dei meccanismi consolidati. È un avversario di rispetto, ma il Napoli se la può e se la deve giocare. Non ci dimentichiamo che sono Campioni d’Italia. Per il Napoli tutte le partite sono alla sua portata ma con la Dea ci vorrà un impegno maggiore”.

L’Atalanta è da Champions?

“Secondo me sì. Condivido quello che ha detto ultimamente Gasperini in un’intervista. Non sono pronti per lottare per lo scudetto, ma per le prime quattro posizioni o per la vittoria della Coppa Italia direi di sì”.

Atalanta, Inter, Juventus e nel mezzo la gara di Champions contro il Real Madrid. Quattro partite che ci diranno chiaramente a cosa può ambire il Napoli in questa stagione?

“Paradossalmente è meglio affrontare tutte partite così difficili. Queste sono partite che i giocatori importanti non sbagliano mai e il Napoli ne ha tanti. La concentrazione si ritrova facilmente e spesso si è più portati a snobbare partite con squadre di medio-bassa classifica. Tutti ci tengono invece a fare bella figura con le big e di solito, match del genere, si preparano bene. È vero che sono impegni importanti, ma potrebbero essere un trampolino di rilancio per le velleità del Napoli”.

È Scamacca l’uomo della Dea a cui fare maggior attenzione?

“L’Atalanta ne ha tanti di giocatori bravi. Scamacca è l’attaccante principe e servirà un occhio di riguardo, ma non è certo l’unico. È l’organizzazione di gioco della Dea ad essere pericolosa e micidiale”.