Donald Trump è pronto a recarsi in visita dal neo presidente dell’Argentina Javier Milei a Buenos Aires. A confermarlo una nota emanata dall’ufficio stampa dello stesso Milei.
Nel comunicato non viene precisato se l’incontro tra i due avverrà in occasione dell’insediamento di Milei, il 10 dicembre prossimo, o prima. Dal canto suo, l’ultraliberista di destra non ha mai nascosto di ammirare profondamente il tycoon.
Milei ha subito ringraziato Trump dopo il suo messaggio di congratulazioni ricevuto al momento dell’elezione a presidente dell’Argentina. Anche la politica italiana ha formulato i suoi auguri.
Molte grazie, Presidente Donald Trump! La sua presidenza è stata un esempio per tutti coloro che difendono le idee della libertà e spero di conoscerla presto. Non dubiti che faremo l’Argentina grande un’altra volta.
L’ultima battuta, in particolare, è un omaggio ad uno degli slogan più affermati del leader repubblicano, quel “Make America Great Again” coniato durante la campagna presidenziale del 2016.
Visita di Trump a Milei in Argentina, il tycoon: “Orgoglioso di lui, cambierà il suo Paese”
Dal canto suo, l’ex inquilino della Casa Bianca ha rivelato di essere “orgoglioso” di Milei. In un messaggio pubblicato sulla sua piattaforma Truth, ha affermato che “tutto il mondo stava guardando” gli esiti delle elezioni argentine.
A detta di Trump, Javier Milei “cambierà il suo Paese in meglio“. Con lui, e anche in questo caso il rimando è allo slogan, l’Argentina “tornerà ad essere grande“.
Il rapporto tra i due leader è un ulteriore indizio di un accostamento politico rimbalzato in diverse parti del mondo. Secondo molti osservatori, infatti, Trump e Milei si somigliano parecchio. Non solo per il taglio di capelli e per il loro imporsi un po’ a sorpresa sull’establishment, ma anche per i continui rimandi che l’argentino cerca di fare ripetutamente al candidato repubblicano.
Milei etichettato come il “Trump di Buenos Aires”
Durante il suo discorso della vittoria, il presidente argentino ha affermato che “è finito il tempo in cui gli amici che governano si ripartiscono il bottino”. Un richiamo non troppo velato alle parole di Trump durante la sua inaugurazione a Washington nel 2017.
Comportamenti che hanno permesso all’argentino di guadagnarsi l’etichetta, affibbiata dai media, di “Trump di Buenos Aires“.