Giorgia Meloni sceglie di focalizzarsi sui risultati “record” provenienti dal mercato del lavoro in merito all’occupazione femminile nel primo punto del suo question time odierno in Senato. La premier sottolinea l’operato dell’esecutivo “in termini assoluti e in tasso di occupazione”.

È forse il risultato che mi rende più fiera di questo primo anno di governo.

Quello del lavoro femminile è infatti uno dei cavalli di battaglia della maggioranza. I dati positivi, spiega Meloni, “sono anche frutto di misure per incentivare l’occupazione” che favoriscono “la conciliazione dei tempi di vita e lavoro”.

L’obiettivo ultimo è quello di “non costringere le donne a dover scegliere“.

Quello non vuol dire avere libertà, si ha libertà se si possono fare tutte le scelte.

Meloni in Senato sull’occupazione femminile: “Ringrazio tutti i gruppi per il lavoro sulla violenza di genere”

A Palazzo Madama la seduta si è aperta nella memoria di Giulia Cecchettin, dopo che oggi è arrivato anche il ricordo della sua relatrice di laurea. Durante il question time, Meloni ha esibito sulla sua giacca il nastrino bianco simbolo della lotta agli abusi. Un segno sfoggiato anche dagli altri ministri seduti ai banchi del governo.

A proposito dell’ultimo, drammatico caso di femminicidio in Italia, la premier coglie l’occasione per ringraziare “tutti i gruppi per l’approvazione della norma di contrasto alla violenza sulle donne“.

Esiste un terreno su cui siamo in grado i lavorare insieme e saremo sempre a disposizione per farlo.

Tornando sulle politiche occupazionali messe in campo dall’esecutivo, la leader di Fratelli d’Italia ribadisce che “c’è ancora molto da fare perché il mercato del lavoro italiano continui questa tendenza positiva”. Intanto, però, con un pizzico di ironia rimarca “una buona notizia” legata ad “alcune organizzazioni sindacali“.

Registro un cambio di atteggiamento da parte di alcune organizzazioni sindacali, che prima avevano una mobilitazione abbastanza contenuta. Tra il 2012 e il 2022 ci sono stati circa sei scioperi generali, uno ogni due anni, mentre adesso se ne fanno due ogni anno. Anche questa è una buona notizia.

L’accusa di Renzi: “I costi del pane e della benzina aumentano”. Meloni replica: “Dati dicono altro”

Nel prosieguo del question time si è verificato uno scambio di battute acceso tra la presidente del Consiglio e Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ha incentrato la sua arringa sulle problematiche del ceto medio.

La premier dice che va tutto bene ma intanto i costi del pane e della benzina aumentano. Ha detto che avrebbe bloccato l’immigrazione ed invece è raddoppiata, aveva detto che sarebbe uscita dall’Euro e avrebbe tenuto testa alla Germania e ieri l’abbiamo vista in altre vesti con il cancelliere Scholz, l’abbiamo vista nelle vesti di straordinaria attrice spiegare in un video che avrebbe abolito le accise sulla benzina e lei invece le ha aumentate. Il punto politico è che la sua coerenza si è fermata alle elezioni.

In tutta risposta, Meloni ha manifestato l’intenzione di parlare “volentieri di come abbiamo cambiato la situazione di questa nazione”.

È sotto gli occhi di tutti come sia cresciuta la fiducia di investitori e mercati, la promozione di quattro agenzie di rating che di solito non sono buone, il fatto che le famiglie comprino volentieri i titoli di Stato, lo spread è ai minimi, la borsa cresce. Sono dati che dicono qualcosa in più rispetto alle valutazioni dell’opposizione.

La leader di FdI conclude spiegando di “non ricordare di aver detto di voler uscire dall’euro“.

Ricordo di aver detto di voler stare in Europa a testa alta ed è quello che facciamo. Poi nessuno ha la bacchetta magica perché, ad esempio, il costo della benzina non dipende da me.

Meloni a Renzi: “Sul Pnrr nessun ritardo”

A proposito del Pnrr, Meloni ha ribadito che “non c’è nessun ritardo“.

Siamo stati i primi a presentare i piani e le uniche difficoltà sono per gli obiettivi che abbiamo ereditato come lo stadio di Firenze. Ancora una volta la speranza di una certa opposizione di tifare contro il fatto che all’Italia venissero pagate le rate è stata tradita.

Il capo dell’esecutivo snocciola poi alcuni numeri sull’economia del Paese.

Per il 2024 avremo un 1,2% di crescita e ovviamente l’andamento dell’economia tedesca impatta sulla nostra visto che le due sono interconnesse. Per quanto riguarda l’inflazione secondo la Commissione Ue nel 2023-24 sarà inferiore alla media Ue.