Giulia Cecchettin avrebbe consegnato la versione finale della sua tesi di laurea in Meccaniche dei materiali poco prima di essere uccisa. Lo ha raccontato in un’intervista rilasciata a La Stampa la docente che la seguiva come relatrice, la prof. Silvia Todros dell’Università di Padova.

Giulia Cecchettin e la tesi di laurea consegnata prima dell’omicidio

Giulia era una bravissima ragazza, una studentessa scrupolosa. Faceva domande e rispettava le scadenze.

Con queste parole la docente Silvia Todros ci ha tenuto a ricordare la 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta a Vigonovo, in provincia di Venezia. La seguiva come relatrice: giovedì scorso infatti la ragazza avrebbe dovuto laurearsi in Ignegneria Biomedica.

Proprio quel sabato, il giorno in cui è stata uccisa, alle 17.15 mi ha mandato la versione finale della tesi, con tutte le correzioni che le avevo chiesto di fare. Le ho risposto lunedì mattina: andava tutto bene. Poteva caricare il Pdf sul server dell’Ateneo. Solo qualche ora più tardi ho scoperto della denuncia di scomparsa e delle ricerche in corso,

ha aggiunto la prof. dell’Università di Padova. L’elaborato di Giulia era sui biomateriali che vengono sviluppati per creare dispositivi protesici, in particolare per i tratti della trachea danneggiati. Un elaborato di ricerca, che l’aveva avvicinata al suo sogno: quello di ottenere il suo diploma e di dedicarsi alla passione per il disegno.

Da ottobre aveva iniziato a frequentare come pendolare la Scuola Internazionale di Comics a Reggio Emilia. Era determinata e il suo ex ragazzo (e collega di corso), rimasto indietro con gli esami, era arrivato al punto di chiederle di aspettarlo, affinché potessero raggiungere quel traguardo insieme. Quando lei si era opposta, lasciandolo – lo scorso agosto – erano rimasti amici, perché lui la ricattava emotivamente, dicendole che altrimenti si sarebbe ammazzato.

Com’è morta Giulia Cecchettin

Giulia si era accorta che Filippo, “Pippo”, era “geloso e possessivo”. In un audio inviato alle sue amiche qualche settimana prima dell’omicidio chiedeva loro consiglio su come liberarsene: avrebbe voluto costruirsi una nuova vita, ma al tempo stesso non voleva ferirlo.

Sabato 11 novembre si erano dati appuntamento per andare al centro commerciale. Lui era passato a prenderla attorno alle 18. Dopo le 20 erano stati avvistati al tavolino di un McDonald’s di Maghera, intenti a mangiare la cena che lei – stando ai riscontri – gli avrebbe offerto.

L’omicidio si sarebbe consumato qualche ora dopo. Alle 23.15, in un parcheggio che dista soli 150 metri dall’abitazione della famiglia Cecchettin, Turetta l’avrebbe aggredita una prima volta, venendo visto da un testimone. Poco dopo, attorno alle 23.30, nella zona industriale di Fossò, l’avrebbe colpita di nuovo, con un coltello, dopo averle chiuso la bocca con lo scotch per evitare che urlasse.

Dopo la denuncia di scomparsa presentata dal papà, Giulia era stata cercata ovunque: si temeva che il ragazzo potesse averle fatto del male, non avendo digerito la rottura della loro relazione. Il suo corpo è stato trovato lo scorso sabato in un canalone nei pressi del lago di Barcis, dove i soccorritori avevano concentrato le ricerche studiando la direttrice seguita dall’auto in fuga del 22enne.

L’arresto e l’estradizione di Filippo Turetta

Filippo Turetta è stato fermato in Germania domenica mattina. Da giorni, a bordo della sua Grande Fiat Punto, vagava senza meta. Alle autorità tedesche ha confessato di aver ucciso la ragazza e di aver provato invano a togliersi la vita.

Sabato 25 novembre dovrebbe essere riconsegnato all’Italia: arriverà a Fiumicino, poi sarà portato a Venezia, dove sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Da poco ha cambiato avvocato. L’accusa che il gip gli ha contestato – definendo il suo comportamento di “inaudita ferocia” – è di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona.

Bisognerà chiarire se avesse in mente di fare ciò che ha fatto. Una questione fondamentale. L’eventuale riconoscimento della premeditazione del delitto, infatti, potrebbe costargli l’ergastolo. Per ora l’aggravante è stata esclusa, ma il fatto che il ragazzo avesse portato con sé scotch, coltelli e denaro in contante fa pensare che si fosse preparato al peggio.

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