Le parole di Vladimir Putin di ieri, mercoledì 22 novembre, in videocollegamento al G20 hanno colpito il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Il titolare del dicastero di Palazzo Baracchini mantiene comunque una certa cautela su simili dichiarazioni, ammettendo di non sapere se le affermazioni del capo del Cremlino “siano vere”. Ciononostante, Crosetto sottolinea che “la Comunità internazionale deve partire da queste parole“.
Il ministro, ospite negli studi di Sky, pone l’accento sul “discorso che ieri ha fatto Giorgia Meloni” rivolgendosi proprio a Putin. Gli ha detto che “c’è un modo molto semplice” per porre fine al conflitto, quello di “ritirare le truppe che stanno occupando un Paese sovrano”.
Crosetto interpreta le parole di Putin al G20: “Ci ha aperto una strada, su questa dobbiamo spingere”
Lo zar russo, prosegue Crosetto nel suo intervento, “ci ha aperto una strada, su questa strada dobbiamo spingere”.
Partiamo magari anche lì da una tregua perché non c’è stato un solo giorno dall’inizio della guerra in Ucraina in cui non siano cadute decine o centinaia di bombe e non siano state sparate pallottole. Iniziamo con un giorno in cui non cadano bombe e si sparino pallottole. Si inizia con una tregua e si cerca di mettere le condizioni per arrivare alla pace, con l’esercito occupante che va via e lascia libero il Paese.
Una chiosa sul possibile futuro dell’Ucraina, con Crosetto che invita a “pensare a una presenza internazionale attraverso l’Onu in una fase di riassetto della zona in alcune zone russofone”.
Non so se le parole di Putin sono vere, ma dobbiamo far finta che siano vere e dobbiamo incalzarlo come hanno fatto ieri Meloni e Scholz.
L’arringa di Putin ieri al G20
Aveva destato scalpore ieri la presenza del capo del Cremlino al videocollegamento con i Paesi del G20, soprattutto perché, dallo scoppio della guerra, Putin non aveva mai partecipato ad un forum internazionale in presenza di leader occidentali.
Il presidente russo ha parlato del conflitto in Ucraina come di una “tragedia” alla quale occorre pensare a come “mettere fine“. Ha anche ribadito che Mosca “non ha mai rifiutato negoziati di pace con l’Ucraina”, e che piuttosto sia stato Volodymyr Zelensky a firmare un decreto legge per “proibire i negoziati“.