Quando ci sono prove schiaccianti che una persona, magari anche reo confessa, abbia assassinato qualcuno, di solito agli avvocati della difesa non resta altro da fare che invocare e richiedere l’infermità mentale per mitigare la pena.

Non ci sono strade diverse o alternative per improntare una linea difensiva diversa da questa. E questo è quello a cui si stanno preparando anche i legali di Filippo Turetta, un modo per fargli evitare l’ergastolo.

Per quanto questo possa sconvolgerci e fari anche restare scandalizzati, è una delle basi di ogni stato di diritto: avere un difensore e che quest’ultimo faccia il suo lavoro. Quindi non prendiamocela, naturalmente, con i legali di Turetta.

Proprio a causa di questa notizia trapelata poche ore fa, molti si stanno domandando quando si può richiedere l’infermità mentale e in quali casi il giudice la concede. Vediamolo nell’articolo.

Che cos’è l’infermità mentale

Il giudice può concedere l’infermità mentale in determinate situazioni in cui un individuo è giudicato non responsabile penalmente a causa di una compromissione mentale.

Questa decisione si basa sulla valutazione della capacità mentale dell’imputato nel momento in cui è stato commesso il reato.

Se la persona che ha commesso il reato, al momento dell’azione criminosa era incapace di intendere o di volere, potrebbe essergli concessa l’infermità mentale.

In questo caso il giudice può decidere di adottare le misure più appropriate, inclusa l’assoluzione o l’applicazione di misure di sicurezza psichiatrica.

Nel contesto giuridico, l’infermità di mente è definita come la presenza di disturbi mentali che provocano alterazioni nelle funzioni psichiche e si manifestano in particolari sintomi durante la commissione di atti criminali.

Il nostro sistema legale penale riconosce due forme di vizio di mente: totale e parziale, differenziandosi per l’intensità dell’infermità e di conseguenza, influenzando anche l’imputabilità e la punibilità dell’individuo in questione.

La giurisprudenza recentemente ha giudicato come vizi di mente anche nuovi fattori come i disturbi del sonno e la ludopatia.

In quali casi gli avvocati difensori possono richiedere l’infermità mentale

Gli avvocati difensori dell’imputato hanno il diritto di richiedere l’accertamento dell’infermità mentale in diverse situazioni durante un processo penale.

Ciò avviene quando sussiste il sospetto che l’imputato non fosse in grado di intendere e volere al momento del reato.

Le cause di incapacità di intendere e di volere possono derivare da diverse circostanze:

  • infermità mentale;
  • età avanzata;
  • malattia grave;
  • stato di ubriachezza o intossicazione da sostanze stupefacenti.

In tali casi, il giudice può sospendere il procedimento se ritiene che l’infermità mentale sia reversibile, con la condizione di valutare lo stato psichico ogni 6 mesi.

Se l’infermità, invece, è considerata irreversibile, il giudice emette una sentenza di non luogo a procedere.

Ovviamente né giudici né avvocati hanno le competenze tecniche per stabilire o provare l’infermità mentale. Questo è riservato a professionisti della salute mentale come psicologi, psichiatri o psicoterapeuti.

Cosa comporta in termini di pena o riduzione della pena, l’infermità mentale?

L’infermità mentale può avere conseguenze significative sulla determinazione della pena in un processo penale.

Se un imputato è riconosciuto affetto da un vizio totale di mente, ossia in uno stato mentale che esclude la capacità di intendere e di volere al momento del reato, non sarà ritenuto imputabile e quindi non sarà punito.

In poche parole significa che non subirà una condanna per il crimine commesso.

Nel caso in cui l’imputato sia considerato affetto da un vizio parziale di mente, riducendo notevolmente ma non escludendo la capacità di intendere e volere, sarà responsabile del reato, ma la pena sarà ridotta, fino ad un terzo.

Tuttavia, è essenziale notare che la legge ex Cirielli del 2005 impedisce al giudice di applicare la riduzione della pena nel caso in cui l’imputato, pur affetto da un vizio parziale di mente, sia un recidivo con almeno due condanne per delitti non colposi.

Se invece un’imputato sviluppa un’infermità psichica durante l’esecuzione di una pena detentiva, il giudice ha il potere di differire o sospendere l’esecuzione della pena, ordinando il ricovero presso un ospedale psichiatrico giudiziario.

Questo provvedimento è revocabile quando scompaiono le ragioni che lo hanno determinato.