Il tema della sicurezza stradale resta uno dei principali in Italia, paese che vanta un gran numero di città spesso congestionate dal traffico. Tante le ragioni, da un mancato investimento verso altre forme di mobilità ad una presenza di mezzi pubblici carenti se non assenti.

Il rapporto Dekra sulla sicurezza stradale per il 2023 è stato presentato alla Camera dei Deputati ed è possibile trarre alcuni importanti dati. In primo luogo come la stragrande maggioranza degli incidenti avvenga soprattutto in territorio cittadino. In seconda istanza, è l’uomo il primo responsabile, ragion per cui potrebbe essere utile andare a sostenere quanto più possibile la guida automatizzata in certe circostanze.

Rispetto ai dati del 2022, si segnala un calo generalizzato del numero di vittime. Questo vale in modo particolare per le autostrade (con – 9,7%), seguono le strade extraurbane (-3.3%) e infine quelle di un centro urbano (che di fatto resta invariato, con un -0,1%). Questo non significa però che ci siano meno incidenti, anzi: a diminuire significativamente è solo il numero di quelli mortali, restano sostanzialmente uguali i dati riguardo ad incidenti con lesioni a persone (oltre 79mila su base annua).

Rapporto Dekra sulla sicurezza stradale: la metà delle vittime è Over 65

Una volta messo il focus sulla zona in cui la sicurezza stradale è messa a dura prova (il centro urbano), può essere interessante notare quale sia la fascia maggiormente colpita. In quasi la metà dei casi, la vittima rientra tra gli Over 65. Riguardo invece il tipo di mezzo coinvolto, sempre nel caso di lesioni mortali, il 99% dei casi è ricollegabile all’autovettura.

Questi dati risultano fondamentali per andare a incentivare un determinato settore di sviluppo tecnologico. Dekra, infatti, ritiene come l’uomo sia il principale responsabile di questo alto numero di incidenti e dotare i veicoli di sistema di assistenza può aiutare a diminuirli. Si tratta di strumenti che possono aiutare il guidatore, è chiaro che il conducente non è esonerato dalla responsabilità.

Vanno in questo senso i continui miglioramenti in fatto di sensori, digitalizzazione e automazione, che hanno l’obiettivo di ridurre il numero di incidenti. Un requisito fondamentale è però il loro chiaro utilizzo, soprattutto non troppo elaborato visto il contesto in cui dovrebbero operare. Ancora una volta, però, si mette in evidenza il fatto che l’ultimo responsabile è sempre il conducente. Pertanto, non sarà esonerato dal condurre uno stile di guida in grado di garantire la sicurezza di tutti.

I dati a livello mondiale: circa 1,3 milioni di morti annuali per incidenti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima annualmente un numero di morti pari a circa 1,3 milioni come conseguenza degli incidenti stradali. Sono tanti i progetti europei che prevedono una diminuzione del numero di morti sulle strade entro il 2030, ma ancora lontano dall’essere perseguiti attivamente. Per questo la possibilità di eliminare i decessi su strada entro il 2050 pare un obiettivo utopico.

Guardando al caso italiano, i miglioramenti rispetto al 2022 sono stati evidenti, anche se i 70554 incidenti dei precedenti dodici mesi restano ancora troppi. Tra il 2021 e il 2022 si è verificata infatti una vera e propria impennata di casi, con un aumento del 7,1%, con grande concentrazione nei centri urbani più grandi, come Roma.