Il regime forfettario, apprezzato per la sua semplicità e facilità di gestione, subirà cambiamenti significativi a partire dal 2024. I contribuenti forfettari, che decidono di aderire al concordato preventivo biennale, dovranno affrontare nuovi obblighi contabili e fiscali. Questo cambiamento, introdotto dal decreto legislativo in attuazione della riforma fiscale, elimina alcune semplificazioni fondamentali per i forfettari. Le partite IVA aderenti al regime forfettario, infatti, godevano di diverse semplificazioni fiscali: oltre all’aliquota Irpef agevolata (15%, o 5% per nuove attività e per un limitato periodo di tempo), c’era anche la possibilità di non registrare i dati contabili, né tantomeno compilare le parti della dichiarazione dei redditi dedicata a questo scopo. Di contro, i forfettari non possono scaricare nulla, proprio perché in quel “forfait” (di percentuale variabile, in base all’attività svolta), sono incluse potenzialmente anche le spese scaricabili.
Concordato preventivo biennale forfettari: addio alle semplificazioni
A seguito del concordato preventivo biennale, i contribuenti forfettari dovranno abbandonare alcune delle semplificazioni fiscali. Sarà necessario tenere una contabilità dettagliata per registrare i costi di esercizio. Questo include anche l’obbligo di compilazione del quadro RS del modello Redditi PF, che impone una maggiore precisione nella rendicontazione delle spese.
Il concordato preventivo biennale rappresenta un accordo tra fisco e contribuente per stabilire anticipatamente le tasse da versare per i prossimi due anni. Per aderire, i forfettari dovranno fornire informazioni dettagliate riguardo ai loro costi, attraverso una piattaforma messa a disposizione dall’Amministrazione Finanziaria.
L’adozione di una contabilità dettagliata, sommata ai nuovi obblighi fiscali, complica significativamente la gestione delle partite IVA in regime forfettario. Questo scenario richiede quindi una valutazione attenta da parte di chi vuole aderire a questo concordato.
Cosa cambia per i forfettari con il concordato preventivo biennale
I contribuenti forfettari che aderiscono al concordato preventivo biennale devono prepararsi a gestire una contabilità più dettagliata. Fino ad ora, il regime forfettario si caratterizzava per la non necessità di registrazione e tenuta delle scritture contabili. Tuttavia, con le nuove normative, questa facilitazione viene meno, richiedendo una gestione più complessa e dettagliata delle proprie finanze.
L’introduzione del concordato preventivo biennale richiede dai contribuenti forfettari un maggior dettaglio informativo riguardante le loro spese, che deve essere tracciabile e verificabile dall’Agenzia delle Entrate.
I forfettari che aderiscono al concordato preventivo biennale dovranno quindi registrare i costi di esercizio, un passaggio fondamentale per fornire i dati richiesti all’Agenzia delle Entrate.
Nonostante non sia un obbligo di legge esplicito, questo requisito è essenziale per evitare alcune criticità, tra cui figura anche l’esclusione dal nuovo concordato. Infatti, i forfettari che non mantengono una contabilità dettagliata rischiano di ricevere proposte di reddito non rappresentative della loro reale situazione economica, oppure di essere esclusi dal concordato preventivo. È quindi molto importante adottare una contabilità accurata per evitare tali rischi.
Oltre a quanto scritto, vige anche l’obbligo di compilare l’ormai famoso quadro RS del Modello Redditi, che serve per la rendicontazione delle spese, e per la cui mancata compilazione l’Agenzia delle Entrate aveva inviato comunicazioni ai diretti interessati, multandoli per non aver compilato qualcosa che non spettava loro, salvo poi fare dietrofront (se non si era interessati dall’obbligo, si leggeva sempre nella lettera, si poteva ignorare quella comunicazione).
Obbligo di fattura elettronica dal 2024
Dal 1° gennaio 2024, inoltre, entra in vigore l’obbligo generalizzato di utilizzo della fatturazione elettronica anche per i contribuenti forfettari. Questo passaggio richiederà un adeguamento tecnologico e gestionale significativo, aumentando la complessità per chi adotta questo regime. Tale novità, tuttavia, non ha nessun nesso con il concordato preventivo biennale: infatti, l’obbligo sarà esteso a tutte le partite IVA che operano nel regime forfettario.
Conclusioni
L’introduzione del concordato preventivo biennale e la fatturazione elettronica obbligatoria rappresentano sfide significative per i contribuenti forfettari, segnando la fine di un’era di semplificazioni fiscali. La gestione di queste nuove normative richiede attenzione e un’adeguata preparazione per garantire un’efficace gestione aziendale e conformità normativa.
Di fronte a questi cambiamenti, i forfettari devono valutare attentamente le implicazioni pratiche e adottare misure tempestive per assicurare la conformità normativa e una gestione efficace delle nuove procedure contabili e fiscali.